Trasferita la collezione di 630 mila fotografie Due celle climatiche per la conservazione dell’archivio
L’istituto e lo studio della storia dell’arte
Il prestigioso Kunsthistorisches institut in Florenz, uno dei più importanti istituti di ricerca del mondo dedicati allo studio della storia dell’arte, diventa più grande. Una nuova sede, molto ampia e tecnologicamente all’avanguardia, si unisce a quelle storiche distribuite nella zona compresa tra piazza San Marco e piazza della Libertà. Si trova in via Gustavo Modena 13, in un immobile ottocentesco un tempo di proprietà della Regione Toscana, acquistato all’asta nel 2014 e poi completamente ristrutturato.
Già operativa da giugno, la nuova sede ha inaugurato ieri i suoi 2.400 metri quadrati distribuiti su più piani, dove è stata trasferita l’intera collezione fotografica dell’istituto, composta da 630 mila fotografie – una delle più importanti collezioni in Italia tra quelle documentarie sulla storia dell’arte e dell’architettura – oltre ad ampie parti della biblioteca, circa il 40 per cento del totale, anche questa una delle più antiche e rinomate del settore. Il trasferimento permette così di decongestionarela sede storica di via Giusti, migliorando la possibilità di consultazione per gli studiosi, e andando ad arricchire quell’idealecampus degli studi storico- artistici composto dalle variesedi del Kunsthistorisches: Palazzo Capponi Incontri, Casa Rosselli, via Gino Capponi e Palazzo Grifoni Budini Gattai, via Giusti e ora via Modena.
Per le fotografie, di cui fanno parte 55 mila tra pellicole e lastre di vetro di un periodo compreso dal 1860 ad oggi, sono state allestite due celle climatiche per la conservazione dell’archivio dei negativi che necessitano di particolari condizioni di stabilità di temperatura e umidità; mentre il nuovo piano interrato è il cuore pulsante della biblioteca, con 160 mila volumi, periodici e riviste sistemati su scaffalature compattabili su rotaia in grado di chiudersi ermeticamente in caso di incendio. Fondato nel 1897, il Kunsthistorisches è da sempre riservato agli studiosi di tutto il mondo. Attualmente è frequentato da circa un’ottantina di persone al giorno, tra ricercatori, dottorandi, docenti. E rimane appannaggio di un’utenza specializzata, in quanto gli scaffali sono aperti e il materiale può essere consultato solo da chi è competente in materia. Oggi però il campo di ricerca dell’istituto tedesco si è molto ampliato rispetto alle origini e spazia dai progetti sui singoli artisti, ad esempio Leonardo da Vinci, all’intelligenza artificiale, dalla storia urbana rinascimentale e moderna alle teorie dell’immagine. Un esempio ne sono i gruppi di ricerca attualmente attivi, la cui sede è stata spostata al terzo piano del nuovo palazzo di via Modena: “ Ethico-aesthetics of the visual” diretto dalla storica dell’arte e filosofa Hana Grundler che indaga le relazioni tra arte, visualità ed etica, e “ Coded objects” diretto dalla storica dell’architettura Anna Maria Meister che studia come gli oggetti d’uso quotidiano vengono programmati. «L’allargamento dei nostri spazi in una zona dove si trova anche l’Università e musei importanti, ci permette ancora di più di essere un laboratorio per la storia dell’arte del futuro – dice il direttore esecutivo del Khi Gerhard Wolf – la storia dell’arte non è una disciplina umanistica chiusa che fa solo datazioni, ma si apre a un impegno civico, ad esempio si occupa di turismo, di restauro, di ecologia. Noi lavoriamo molto nella direzione di una storia dell’arte impegnata nella società».
— e.b.