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4 Ottobre 2025La rivolta di Asciano contro il progetto del Ministero: «Ce lo vogliono imporre»
Asciano (Siena) Dieci pale eoliche disseminate in una terra che fa di tartufi e paesaggi mozzafiato il proprio tratto distintivo. Progetto che è ancora allo stato embrionale, ma dopo la pubblicazione dell’avviso di avvio della Valutazione di impatto ambientale sull’albo pretorio del Comune, nelle Creti Senesi è scattato l’allarme rosso.
Il mega impianto è voluto dal Ministero, ma un po’ tutti dicono no a un insieme di pale che generebbe una potenza di 72 mw e si estenderebbe per circa dieci chilometri, collegando gli autogeneratori con un cavo interrato tra La Campana e San Martino in Grania. Secondo quanto riferito dall’amministrazione comunale, si tratta di «un progetto calato dall’alto, comunicato al Comune dal Ministero dell’Ambiente». Non è mistero che l’Italia abbia necessità più energia da fonti rinnovabili, anche al fine di contenere i prezzi. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin lo ha sottolineato più volte, anche se in merito a fotovoltaico ed eolico ha anche aggiunto che «a giorni regolamenteremo con norma primaria le aree idonee, troveremo un equilibrio con le regioni».
Presa di posizione che non ha scalfito la levata di scudi del sindaco Fabrizio Nucci: «È inaccettabile ricevere un progetto senza che né l’amministrazione né i proprietari dei terreni dove dovrebbe sorgere l’impianto siano stati minimamente coinvolti». Tanto per chiarire l’obiettivo della protesta, ha aggiunto nomi e cognomi: «Appena ricevuta la notizia lo scorso 27 settembre abbiamo immediatamente avvertito le opposizioni, per promuovere azioni congiunte per difendere il nostro territorio. Vedendo gli attacchi sui social all’amministrazione e alla Regione vogliamo però ribadire che esiste un ente, ovvero il Ministero dell’Ambiente, che potrebbe bloccare l’opera, cosa che per il momento non ha fatto». Ad Asciano e dintorni hanno trenta giorni di tempo per avanzare le osservazioni al progetto. Che per altro cade nel bel mezzo dell’inizio del percorso per candidare le Crete a capitale italiana della cultura nel 2028.
Le affermazioni di Nucci in ogni caso non sono cadute nel vuoto, perché la sezione locale di Fratelli d’Italia ha rispedito le accuse al mittente: «Niente è stato calato dall’alto. È esattamente vero il contrario: il Ministero mette l’amministrazione nelle condizioni di poter far valere le sue ragioni». Per poi aggiungere: «Il sindaco vada a protestare in Regione, l’unica che può decidere di accogliere o respingere questo progetto, indipendentemente dall’esito della Via». Quanto basta per scatenare la reazione a catena firmata da vari esponenti di maggioranza nel Consiglio regionale. «La Regione — dice Anna Paris (Pd — ha pronta una legge che determina dove e come si può intervenire per agevolare la transizione energetica rispettando il territorio, ma è ferma perché manca il nuovo decreto quadro del ministero dell’Ambiente che doveva essere approvato ormai da mesi». «Serve — rilancia Stefano Scaramelli (Iv) — una legge che collochi la nostra regione in una posizione di avanguardia di fronte a progetti come questo». Contro il progetto anche l’Associazione Nazionale Città del Vino: «Si tratta — dichiara il presidente Angelo Radica — di una prospettiva inaccettabile».