Che oltre al fuoco degli avversari politici presto sulla neosegretaria Pd Elly Schlein sarebbe arrivato fuoco amico, cioè da sinistra, era facile profezia. È arrivato prestissimo. Sabato l’abbraccio con Giuseppe Conte alla manifestazione di Firenze, a favore delle telecamere, le promesse di battaglie comuni e l’appuntamento per un confronto vis-à-vis a stretto giro.

Lunedì la musica è un po’ diversa. I Cinque stelle riesumano le vecchie ostilità contro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a proposito del contestato termovalorizzatore romano. Non servono «misure vecchie, miopi, totalmente inadeguate», attacca Ilaria Fontana, della commissione Ambiente alla camera, «Tra 25 anni saremo al 2048, a poco più di un anno dalla neutralità climatica, e l’inceneritore sarebbe ancora attivo. Ci chiediamo come si possa pensare di raggiungere la neutralità climatica al 2050 in questo modo».

PERCHÉ SCHLEIN INTENDA

La deputata parla a Gualtieri perché Schlein intenda: la nuova stagione del Pd costringe il movimento post grillino a riposizionare la linea politica in una direzione meno gauchiste; ma non sull’ambiente. Conte sa che il termovalorizzatore romano è un tallone d’Achille per la segretaria, che ha concluso la campagna delle primarie a Roma con gli ambientalisti sul palco che invocavano il ritiro della ciminiera.

In più Conte oggi sarà a Strasburgo a perorare la causa del suo pedigrée da ambientalista: sarà ascoltato dai verdi al parlamento europeo, una specie di esame di ammissione al gruppo. A cui sono contrari i verdi europei, i tedeschi e, soprattutto, i verdi italiani: quelli di Angelo Bonelli, che hanno stilato un dossier contro i “falsi ambientalisti” M5s, e quelli del Sudtirolo-Alto Adige, anche loro aderenti al Partito Verde Europeo. I gruppi parlamentari decideranno in autonomia. L’ex premier rispolvererà le sue doti di avvocato per provare a convincerli.

Intanto però i suoi sfidano Schlein a una prima prova di coerenza: costringere il sindaco di Roma a rimangiarsi la scelta del termovalorizzatore.

ECOLOGISTA REALISTA

In realtà Schlein in queste ore è in tutt’altre faccende affaccendata: deve comporre la sua segreteria e definire un accordo con la minoranza per evitare di spaccare il suo partito. E non sembra intenzionata ad aprire anche un fronte di fuoco con Gualtieri, che pure al congresso ha sostenuto il candidato Stefano Bonaccini ed è stato sconfitto in città, dopo peraltro la una scarsa prova di forza anche alle regionali (nella Capitale il candidato presidente Alessio D’Amato non è andato bene).

Domenica sera a Che tempo che fa (Raitre), a domanda sul tema, Schlein ha risposto con prudenza, per non dire con un certo tasso di evasività: «Ci confronteremo con i nostri amministratori locali sulla base del lavoro che stanno facendo dappertutto, scegliendo di puntare non sulla sua opinione personale ma sul metodo da seguire da qui in avanti, ovvero l’ascolto. Sicuramente su alcuni temi chiederemo maggiore impegno». Il riferimento è a venti sindaci del Lazio, molti dei quali del Pd, che hanno scritto a Gualtieri esprimendo la loro sostanziale contrarietà all’opera, chiedendo “l’ascolto” che non hanno avuto prima della scelta di procedere.

A loro si aggancia Europa verde, in un’interrogazione a risposta immediata a cui risponderà il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin domani pomeriggio in commissione ambiente: «Il governo intervenga sul commissario straordinario Gualtieri affinché venga riconsiderata la scelta di realizzare un inceneritore in contrasto con le previsione del Piano Regionale del Lazio», chiedono il deputato Filiberto Zaratti e il co-portavoce del partito Angelo Bonelli. Oggi i due depositeranno un’altra interrogazione, con una richiesta più specifica, che riguarda il percorso avviato dell’opera.

Che è già un pezzo avanti: il primo marzo si è chiusa la «manifestazione di interesse per la presentazione delle proposte di project financing» a cui ha partecipato solo un gruppo di imprese guidato da Acea Ambiente.

Entro la settimana verrà costituita la commissione di esperti per la «valutazione tecnica ed economica del progetto», il loro parere deve arrivare entro 60 giorni. La pubblicazione del bando di gara è scalettata in agosto, l’apertura dei cantieri in luglio 2024 e l’avvio dell’impianto nell’estate del 2026.

Ma per i Zaratti e Bonelli la strada è già partita male: «La manifestazione di interessi per il termovalorizzatore si è chiusa, secondo il Comune di Roma, dopo la chiusura della procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica, ndr). Ma l’Autorità competente ad esprimere il parere sulla Vas non è l’Aera Metropolitana di Roma come indicato dal Commissario Gualtieri ma la Regione Lazio. Così prevede la legge», sostengono. Insomma, la Vas giusta ancora non ci sarebbe.

Dal Campidoglio non filtra preoccupazione. Non certo per le obiezioni degli alleati: «Noi andiamo avanti secondo tabella di marcia», viene riferito. E in fondo neanche per l’eventuale attivismo della neosegretaria. Perché, viene fatto notare, il termovalorizzatore smaltirà i rifiuti indifferenziati residui e gli scarti non riciclabili, insomma quel che resta dopo aver portato al 65 per cento la quota di differenziata nella Capitale. Che però fin qui è ancora a quota 40. E quando Schlein chiederà «maggiore impegno su alcuni temi», sono certi che si riferisca alla differenziata. Un maggiore impegno, assicurano, che è già nel piano del sindaco-commissario.