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26 Agosto 2023Mancano 3,22 punti rispetto al 2019, il dato più negativo tra le regioni italiane. Firenze sotto 10 punti
Silvia Ognibene
Alla Toscana mancano ancora oltre 3 punti percentuali per recuperare il prodotto interno lordo pre Covid, mentre altre regioni come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia hanno recuperato ormai stabilmente e anche superato i valori pre pandemici di Pil. In particolare Firenze letteralmente sprofonda: al capoluogo mancano più di 10 punti di Pil rispetto al 2019. Lo conferma uno studio della Cgia di Mestre, dopo che l’indicazione del ritardo era già arrivata nel rapporto congiunturale sull’economia della regione diffuso da Banca d’Italia nel giugno scorso.
Il guaio è che il 2023 si annuncia tutt’altro che un anno facile e la Toscana si presenta a questo faticoso appuntamento piuttosto indebolita. La Cgia di Mestre ha esaminato i dati diffusi dalla società di consulenza Prometeia relativi al mese di luglio e rileva che il Pil regionale è ancora inferiore del 3,22% rispetto al 2019. Nel 2023 il prodotto loro toscano è atteso crescere di un modesto più 1,06% di certo non sufficiente per colmare il gap.
A livello provinciale a fare meglio sarà Livorno con più 1,64% (più 2,87% rispetto al 2019 pre pandemico), piazzandosi ottava nella classifica nazionale delle province. La successiva provincia toscana in graduatoria si trova in dodicesima posizione ed è quella di Massa-Carrara col più 1,54% nel 2023 (più 3,59% rispetto al 2019). Firenze segue al sedicesimo posto col più 1,46% nel 2023 ma un tonfo del meno 10,04% rispetto al 2019. Ventinovesima posizione per Siena col più 1,28% nel 2023 e più 1,46% sul 2019. Si scende fino al cinquantacinquesimo posto per incontrare Arezzo con due segni più: più 0,98% per il Pil dell’anno corrente e più 0,63% a confronto col 2019. Prato arriva alla posizione numero settantanove e vede un più 0,71% per quest’anno ma un meno 2,74% rispetto a prima della pandemia. Ottantatreesima Pisa, seguita da Grosseto ottantottesima e da Pistoia subito a ruota.
La Toscana offre l’andamento peggiore: le altre regioni che non hanno ancora recuperato il crollo del Pil sono la Calabria, con un differenziale negativo rispetto al 2019 dello 0,25, il Molise dello 0,83, la Valle d’Aosta dello 0,88, la Liguria del 2,02: il meno 3,22% della Toscana è il negativo più pesante.
Eppure a livello nazionale le cose non sono andate malissimo, nemmeno nel confronto con gli altri grandi Paesi europei: fra il 2019 e il 2023 la crescita del Pil in Italia è aumentata del 2,1 per cento mentre in Francia si è fermata al più 1,2 per cento e in Germania è stata solo del più 0,3 per cento. Secondo la Cgia questo è dipeso in larga parte dalle misure pubbliche di sostegno all’economia adottate in Italia per fronteggiare sia la pandemia che la successiva crisi energetica. Questo sentiero proseguirà anche nel 2023, quando il Pil dell’area euro crescerà dello 0,9%, la Francia farà più 0,8% e la Germania — ormai entrata in recessione tecnica — cederà lo 0,3%. L’Italia crescerà mediamente dell’1,1% e anche il Mezzogiorno (più 1%) farà meglio dell’eurozona. La Toscana, come detto, vedrà il Pil aumentare dell’1,06%: meno della media nazionale e del Centro, praticamente in linea con le regioni del Mezzogiorno e ancora lontano dai valori del 2019. La Lombardia nel 2023 avrà un Pil del 4,15% superiore ai valori del 2019; l’Emilia–Romagna (nonostante le catastrofi ambientali) del 3,78%; il Veneto del 2,07%.
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