
𝐋𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐚𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐬𝐭𝐚𝐠𝐧𝐚𝐢𝐨
5 Agosto 2025
Il mondo sotto tensione: tra memorie nucleari, nuove guerre fredde e resistenze culturali
6 Agosto 2025
Negli ultimi giorni, l’Italia è tornata al centro dell’attenzione pubblica e internazionale per una serie di vicende che mettono in luce contraddizioni profonde tra ambizioni strategiche, scelte politiche e realtà quotidiane.
Il governo ha rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, presentandolo non solo come grande opera infrastrutturale, ma come intervento strategico in chiave NATO. L’obiettivo dichiarato è quello di contribuire, almeno formalmente, al raggiungimento del 5% del PIL destinato alla difesa, includendo anche opere civili con valenza logistica. Una mossa che ha suscitato perplessità sulla stampa estera: il Financial Times lo definisce un espediente contabile più che un’opera necessaria, con costi ingenti (oltre 13 miliardi di euro) e impatto strategico discutibile.
Sul fronte della politica migratoria, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha bloccato il piano italiano per la realizzazione di centri per richiedenti asilo in Albania, basato su una lista predefinita di “paesi sicuri”. La sentenza ha sottolineato che ogni persona ha diritto a contestare la propria espulsione, sancendo un limite alla compressione dei diritti fondamentali in nome dell’efficienza. Secondo Reuters e AP, si tratta di uno stop significativo alle politiche italiane di esternalizzazione e contenimento, già al centro di polemiche per le condizioni materiali in cui avvengono le espulsioni.
Intanto, un dato inquietante emerge dalla cronaca interna: nei primi otto mesi del 2025, si registra un aumento del 22% delle vittime tra i ciclisti, con almeno 130 decessi. The Times lega il fenomeno alla scarsa qualità delle infrastrutture ciclabili, all’assenza di politiche efficaci per la mobilità sostenibile e a un clima stradale sempre più aggressivo e pericoloso per chi non si muove in auto. È il sintomo di una modernizzazione incompleta e sbilanciata, dove i grandi progetti convivono con la trascuratezza del quotidiano.
In controtendenza, si segnala un’iniziativa positiva: l’accordo tra Stato italiano e Vaticano per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 430 ettari vicino a Roma, che renderà il Vaticano il primo Stato carbon neutral al mondo. Il progetto, pensato per coprire il fabbisogno energetico della Santa Sede e fornire energia anche alle comunità locali, è stato accolto con favore dalla stampa internazionale, che lo vede come esempio virtuoso di cooperazione tra istituzioni e territorio.
Insieme, questi episodi offrono uno spaccato di un Paese attraversato da tensioni tra retorica e realtà, tra visioni di lungo periodo e urgenze immediate, tra aperture simboliche e chiusure sistemiche. Un’Italia che si racconta attraverso le grandi opere, ma che fa fatica a rispondere ai bisogni ordinari dei suoi cittadini.