
Meno artigianato, più stranieri. E il resto?
13 Agosto 2025
FONTI JAZZ FESTIVAL 2025
13 Agosto 2025La croce e l’àncora, il segno diventa ormeggio Una traccia netta che attraversa le Contrade
Il segno che diventa ormeggio. Sul vessillo, una traccia netta attraversa i colori delle Contrade. Non è soltanto un segno che separa: è un ponte che collega, un’apertura verso percorsi inattesi. Nel giorno della corsa, diventa radice e meta, memoria condivisa e promessa di arrivo. A volte questa linea si prolunga, scende e si incurva in due bracci che cercano un fondale invisibile. Così si trasforma in àncora, portandoci dal linguaggio della piazza a quello del mare. La metamorfosi non è casuale: correre e navigare condividono lo slancio verso l’ignoto, il bisogno di orientamento e di stabilità. Che affondi nel tufo dorato o nelle sabbie di un porto, la funzione resta la stessa: resistere agli urti, opporsi alle correnti. È ciò che la Lettera agli Ebrei definisce “un’àncora dell’anima, sicura e salda” (Eb 6,19). L’intreccio tra croce e àncora attraversa secoli e luoghi: dalle catacombe, dove era segno di salvezza, fino alle chiglie delle navi, ai portali delle chiese. Compagna di chi affronta orizzonti incerti. E un episodio evangelico ne restituisce il senso profondo: Pietro, scendendo dalla barca, cammina sulle acque verso Gesù; ma vedendo il vento e le onde, si spaventa e comincia ad affondare. Allora grida, e il Maestro lo afferra (Mt 14,30-31). Non è solo resistenza: è fiducia che salva. Sul drappo della festa, il segno verticale della croce e quello curvo dell’àncora parlano la stessa lingua: la speranza che non evita la tempesta, ma la attraversa; che sa ricondurre a casa dopo ogni burrasca.
DI PIERLUIGI PICCINI