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Trump punta Venezuela e Nigeria: droga e cristiani le pistole fumanti
New York
Un anno dopo la sua elezione, Donald Trump ha abbandonato la postura non-interventista e isolazionista che l’ha riportato alla Casa Bianca per usare la minaccia della guerra come strumento di pressione economica in Africa e America Latina.
Ieri i nigeriani di ogni appartenenza religiosa hanno respinto le minacce del presidente degli Stati Uniti di intervenire militarmente nel Paese con il pretesto di proteggere i cristiani, denunciando che le restrizioni sui visti prima, la designazione del Paese come «di particolare preoccupazione per la sicurezza» poi e ora la prospettiva di un’invasione fanno parte di una campagna americana per indebolire l’ascesa della Nigeria sul piano internazionale. Il recente rifiuto di Abuja di accogliere espulsi dagli Stati Uniti, la sua prossimità all’adesione completa ai Brics e il suo corteggiamento di investimenti cinesi nel settore petrolifero e del gas hanno rimesso il Paese africano, il primo produttore di greggio del continente, sul radar di Washington. Ma i metodi che Trump sventola per attirare Abuja nella sfera di influenza americana non sono per niente sottili. L’idea della Casa Bianca è di presidiare il Paese. Alla domanda se stesse considerando di inviare truppe di terra o di ricorrere agli attacchi aerei, Trump ha risposto: «Potrebbe essere, voglio dire, sto prendendo in considerazione molte cose». Una prospettiva che ha spinto il presidente nigeriano, Bola Ahmed Tinubu, a dirsi pronto ad accorrere nella capitale Usa per «incontrare Donald Trump nei prossimi giorni».
Con toni e motivazioni simili deve fare i conti anche Caracas, altro importante produttore di petrolio mondiale. Domenica, intervistato dalla Cbs, Trump non ha risposto alla domanda sul piano di attaccare, via terra, il Venezuela dopo aver schierato i marine nei Caraibi per un’imponente esercitazione di sbarco. Ma alla domanda « Nicolas Maduro ha i giorni contati? » ha risposto: « Direi di sì», spingendo il presidente venezuelano ad alzare gli scudi: « La nostra democrazia è la più avanzata del pianeta. Siamo un popolo istruito, colto, patriottico, coraggioso e consapevole dei propri diritti», ha detto ieri Maduro. In precedenza si era quindi rivolto all’alleato russo che ha minacciato di inviargli gli ipermissili.
Anche Caracas ha richiesto l’adesione alla cordata economica dei Paesi amici di Russia, India, Cina e Brasile, ma per il momento è in un limbo burocratico per il veto imposto dal presidente brasiliano Lula.
Sebbene sia innegabile che in Nigeria i cristiani siano perseguitati, anche se mai in una percentuale pari al 75 per cento delle persecuzioni di cristiani nel mondo come sostenuto dal capo della Casa Bianca, la “pistola fumante” che Trump imputa alle autorità di Abuja ricorda il modo con cui aveva accusato le autorità di Pretoria di “persecuzione dei bianchi”, accogliendo subito dopo un gruppo di afrikaner sudafricani a Washington.
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«Direi di sì, Maduro ha i giorni contati» Trump non ha voluto però rispondere su possibili attacchi al Venezuela, dopo la maxi concentrazione di uomini e mezzi nei Caraibi. In precedenza aveva detto che «non aveva ancora preso decisioni»
Truppe di terra in Nigeria o attacchi aerei? Potrebbe essere. Voglio dire, altre cose Ne prevedo molte Stanno uccidendo i cristiani e li stanno uccidendo in gran numero. Non permetteremo che ciò accada





