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25 Settembre 2024L’assemblea dei soci dopo le elezioni riapre i giochi, ma neanche una parola sulla quotazione o no
Silvia Ognibene , Giorgio Bernardini
Quasi come un primo giorno di scuola, ma da ripetenti. Ha queste sembianze l’assemblea dei soci di Alia Multiutility che si è svolta ieri, un incontro in cui non si nomina mai l’elefante nella stanza — la modalità di finanziamento del piano industriale della società dei servizi — mentre già gli investimenti in corso richiedono capitali ingenti. Tanto che, proprio in questi giorni, l’azienda che mira a gestire acqua, rifiuti ed energia non soltanto in Toscana ha fatto alle banche richiesta di finanziamento per 900 milioni di euro, un terzo dei quali riguardanti il rinnovo di un prestito già in essere (le cui modalità di restituzione sono state rinegoziate).
Primo giorno di scuola, si diceva, anche se l’atto di costituzione della società è datato 26 gennaio 2023. Cos’è cambiato in tutti questi mesi? Non i soci, ma chi li rappresenta. Oltre il 76% del capitale sociale (che corrisponde al 65% dei cittadini serviti) è in mano a sindaci usciti dall’ultima tornata elettorale. A partire dai tre grandi fondatori, ovvero i primi cittadini dei Comuni soci di Firenze, Prato e Empoli, nell’ordine Sara Funaro, Ilaria Bugetti e Alessio Mantellassi. Tutti del Pd, dove il peso politico della segreteria, nello stesso periodo, si è spostato a sinistra.
I sindaci hanno ascoltato le relazioni del presidente Lorenzo Perra e dell’amministratore delegato Alberto Irace. Ma la riunione si è bloccata al secondo intervento, quando Bugetti ha messo sul piatto la rivendicazione dell’autonomia dei territori per le scelte strategiche, leggi Borsa o altro. Fissando l’intera Toscana, oltre ai territori che già aderiscono, come perimetro politico per cui l’operazione possa considerarsi vantaggiosa: «La Toscana — ha detto la sindaca di Prato — deve essere volano per la transizione ecologica. Per questo è necessaria l’aggregazione di tutti i territori. Dobbiamo tutelare investimenti, lavoro e bollette». E il Pd? Dopo settimane di dibattito anche acceso il segretario Emiliano Fossi spiega: «Dobbiamo riuscire a estendere il processo, dando a tutti i territori la pari dignità nell’interlocuzione e nel confronto. Il partito può provare ad agevolare questo processo, niente di più e niente di meno».
Due settimane per studiare il piano industriale, poi i soci si ritroveranno tutti nuovamente in assemblea, attorno alla metà di ottobre, per approfondire la strategia di sviluppo ed eventualmente dare al management delle linee guida. Il futuro della gestione delle utility toscane è sul crinale più scosceso, ma è unanime il parere che quello di ieri sia stato un incontro animato da spirito di collaborazione. «È stata un’assemblea tranquilla e utile, ci siamo rivisti dopo una tornata amministrativa importante che ha cambiato la platea dei soci — dice Alessio Mantellassi, sindaco di Empoli — Ora il tema non è come si finanzia la società, ma proseguire nel percorso di strutturazione, efficientamento e allargamento della Multiutility». La strutturazione non è banale, perché sono oltre cinquanta le aziende oggi nel perimetro. E c’è anche da scegliere il nome entro la fine dell’anno. La linea insomma è apertura e inclusione per l’aggiornamento del piano industriale, lavoro su altri fronti — efficienza, organizzazione, allargamento — in attesa che la burrasca innescata dalle polemiche sull’ipotesi della quotazione in Borsa torni ad essere una brezza leggera. Sta di fatto che prima o poi — a nessuno sfugge l’orizzonte ravvicinato delle elezioni regionali — il nodo di come finanziare i progetti della società, che per ora si rifinanzia con prestiti bancari, andrà affrontata, al tavolo dei soci e poi nei Consigli comunali.