
Britney Spears – Toxic
1 Agosto 2025
Leone XIV dichiara Newman dottore della Chiesa. Nel nome di Agostino
1 Agosto 2025Regionali Il presidente del Movimento parla di «sacrificio notevole», ma per il governatore dem è un’apertura: «Leggo positivamente le parole di Conte, fino a qualche tempo fa c’era il no. Ora si parla di sacrificio, che tradotto in politichese significa disponibilità»
Per uno che si sblocca ce n’è un altro che tentenna, almeno all’apparenza. Ieri il leader del M5S Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa con cui ha benedetto la candidatura di Matteo Ricci nelle Marche, ha riservato una battuta anche all’altro dossier regionale che tiene sulle spine il campo largo, quello toscano. Rispondendo ad una domanda sul sostegno incerto dei pentastellati all’uscente Eugenio Giani del Pd Conte si è tenuto sulla difensiva: «Non imponiamo alcuna soluzione, è in corso una discussione dei gruppi, da parte mia non c’è stato un input per la soluzione, bisogna riflettere e capire se ci sono le condizioni. Questa giunta l’abbiamo contrastata, quindi di fronte allo stesso candidato, entrare in giunta è un sacrificio notevole, bisogna valutare e lo decideranno le condizioni». Il messaggio è che decideranno i territori, dopo che pochi giorni fa una serie di gruppi di 5S toscani hanno minacciato l’autosospensione in caso di nuovo sostegno a Giani.
DA PARTE SUA il presidente di regione ha rilanciato la polpetta avvelenata nel campo dell’avversario che vorrebbe alleato (ora come ora i 5S in Toscana si trovano all’opposizione da dieci anni, in cui Giani è stato prima presidente del consiglio regionale e poi a capo della giunta). «Leggo molto positivamente le parole di Giuseppe Conte. Fino a qualche tempo fa vi era il no, oggi si parla, probabilmente anche per il comprensibile dibattito interno al M5S, di un indirizzo che, pur configurato come sacrificio, in realtà dà per implicito il percorso di disponibilità» ha detto il presidente toscano, per poi mandare l’affondo: «So benissimo qual è il linguaggio della politica, tradotto in “politichese” è un atto di disponibilità». Parole che da un lato indicano la volontà di Giani di presentarsi alla direzione nazionale del Pd il prossimo 4 agosto con i compiti fatti dalla segretaria Elly Schlein: accordo chiuso, campo largo stabile, ufficializzazione di una candidatura non in discussione ma che attende ancora il bacio del Nazareno.
D’ALTRA PARTE sono il segno di un accordo vicino, le cui basi potrebbero essere la promessa dell’assessorato all’ambiente per i pentastellati, con una condizionale sulla vicepresidenza in caso di un buon risultato nelle urne. Il terreno delle politiche verdi è uno di quelli su cui l’opposizione del partito di Conte ha battuto di più nel corso della legislatura, e le garanzie programmatiche che chiedono dovrebbero arrivare su quel campo. In particolare sul tavolo ci sono il progetto di ampliamento dell’aeroporto di Peretola, l’acqua pubblica, il ciclo dei rifiuti, salario minimo e reddito di cittadinanza regionale. Questioni che all’interno del Movimento hanno discusso nel corso di un incontro Andrea Quartini, deputato fiorentino e già portavoce in consiglio regionale del partito, la coordinatrice toscana e candidata presidente alle ultime regionali Irene Galletti e la responsabile degli enti locali Paola Taverna. In particolare quest’ultima vorrebbe la chiusura dell’accordo, sintomo che da Roma si lascia autonomia ai territori ma al tempo stesso con dei punti fermi, tra cui la volontà di non rompere ora il patto complessivo con il Pd, considerati anche i destini intrecciati di Toscana e Campania.
IERI IN CONSIGLIO REGIONALE la capogruppo Irene Galletti ha votato contro l’approvazione del documento di economia e finanza regionale, per poi assentarsi al momento del voto per la terza variazione di bilancio. Il motivo era la partecipazione alla riunione con gli altri esponenti pentastellati in Toscana per discutere proprio dell’eventuale sostegno a Giani in vista di una successiva assemblea regionale. La stessa Galletti aveva posto un freno alla fronda anti-Giani emersa nei giorni scorsi, esortando a non fare «fughe in avanti» e chiedendo che il dibattito uscisse dal rumore dei giornali per rientrare in momenti più strutturati: «La partecipazione si esercita con responsabilità e rispetto delle regole condivise» aveva detto. A dispetto del chiasso creato dal comunicato particolarmente duro, pare che non si dovrebbe correre il rischio di una spaccatura. La grana è in ogni caso spinosa, perché tra i gruppi più ostili all’accordo ci sono quelli livornesi e di Carrara. Due città che il M5S ha governato in passato, e dove trova ancora un bacino di voti superiore alla media regionale. Alle ultime ha raccolto complessivamente 113mila voti, il 7%: a Livorno ne sono entrati oltre 12mila, che sono valsi nella provincia il 9%, a Carrara quasi 7mila, sfiorando l’8%.
L’INVITO A DECIDERE presto ieri è arrivato anche da Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, a margine della presentazione dei candidati nei collegi di Pisa e Livorno. Anche i Verdi, ha sottolineato, hanno chiesto a Giani discontinuità su alcuni temi. Avs ha fondato il proprio gruppo in consiglio regionale solo pochi giorni fa: lo ha costituito Silvia Noferi, che ha aderito ad Europa Verde negli scorsi mesi dopo essere fuoriuscita proprio dal M5S.