Spesso si sente dire che l’Italia è depositaria di buona parte del patrimonio artistico e culturale mondiale, ma quando ciò accade il riferimento è sempre alle grandi opere del passato. Per questa sua stratificazione culturale, invece, l’Italia è anche una preziosa fonte di ispirazione per gli artisti del presente e negli ultimi decenni sono sorti musei, gallerie, fondazioni, opere di arte pubblica in parchi e piazze, dedicati proprio al contemporaneo. Considerata difficile ed elitaria, l’arte del presente può rivelare – nelle sue espressioni più riuscite – il senso della nostra esistenza.
Merita, perciò, un occhio di riguardo il bel volume 100 luoghi del contemporaneo in Italia, curato da Nicolas Ballario, conduttore televisivo e radiofonico ed esperto del connubio tra arte e mass media, prefato dalla collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e pubblicato da 24ORE Cultura.
Concepito all’americana, come un Coffee Table Book riccamente illustrato, il libro presenta i luoghi censiti in ordine alfabetico, affiancati da una breve scheda. Il piacere della scoperta cresce di pagina in pagina e sfogliandolo si imparano molte cose, non soltanto di arte, ma anche sul territorio che la ospita. Guida e Gran Tour del XXI secolo, il libro è più di quanto sembri, come osserva in prefazione Sandretto Re Rebaudengo.
Quale tipologia di arte contemporanea si trova in Italia, dove si muove quasi il 2% del giro d’affari artistico globale? Il mercato del contemporaneo è cresciuto in modo eccezionale nell’arco degli ultimi vent’anni. Questo segmento, che secondo l’analisi di Artprice nel 2000/2001 produsse un fatturato di 103 milioni di dollari, nel 2023 ammontava a 2,3 miliardi di dollari, ovvero 22 volte di più. Soltanto un anno fa registrava la più alta intensità di transazioni di sempre, grazie a oltre 123mila opere del presente vendute in asta in tutto il mondo, delle quali 99mila scambiate a meno di 5mila dollari l’una. Questo mercato è in costante espansione con sempre più opere, artisti e collezionisti. Anche in Italia. Sorprende, ad esempio, il gran numero di Fondazioni d’arte esistenti lungo la Penisola (e non tutte sono nel libro), enti no profit nati attorno al patrimonio di un artista, di un gallerista o di un collezionista/imprenditore italiano, ma stupisce anche la varietà dei musei pubblici del contemporaneo, da Bolzano a Nuoro (circa un quarto dei luoghi nel libro), accanto a collezioni di arte contemporanea conservate in castelli medievali, palazzi barocchi, ville ottocentesche e moderni centri per l’arte. Non manca neppure una panoramica sulle manifestazioni di Street e di Urban Arte, dalla Straperetana di Pereto a Sol Indiges di Pomezia.
La guida, pur proponendo percorsi alternativi rispetto a quelli più battuti, è comunque destinata alla divulgazione per il grande pubblico (unico neo le didascalie, poco intuitive per un principiante, si veda, ad esempio, la pagina 177: l’opera di Yuri Ancarani è quella riprodotta sopra o a sinistra della dida?) e sprona a una gara virtuosa tra curiosi e appassionati. Quanti luoghi conosciamo tra i cento proposti? Saremo promossi se ne avremo smarcati almeno il 15%!
Non sarà necessario, però, chiudersi tra le sale del Macte di Termoli o del Musma di Matera per approfondire la nostra conoscenza sull’arte del presente. Tutta l’Italia è un museo del contemporaneo a cielo aperto, da piazzale Cadorna di Milano, dove nel 2000 fu eretta l’installazione pop Ago, filo e nodo di Claes Oldenburg, a piazza Verdi di La Spezia, dove l’artista Daniel Buren, con l’architetto Giannantonio Vannetti, progettò l’area pedonale Passeggiando (2009-2017), fino a piazza Michele Ferrero di Alba, dove dal 2022 troneggia Alba, un’ariosa bambina modellata in acciaio da Valerio Berruti.
Per non dire dei numerosi parchi che ospitano opere d’arte ambientale, da Arteparco di Pescasseroli, ad Arte Sella di Borgo Valsugana, da Art Park Marzona di Verzegnis, fino a Fiumara d’Arte, dal Giardino dei Tarocchi di Capalbio, concepito dall’artista Niki de Saint Phalle negli anni 70 come un’esoterica passeggiata tra natura e cultura, al Giardino di Daniel Spoerri che dal 1997 ospita le sculture dell’artista romeno nascoste nei boschi di Seggiano. L’Italia è dunque una meta della cultura contemporanea.
«Ricca di dati – scrive Sandretto Re Rebaudengo – la guida porta in luce una storia di investimenti paralleli, in una progressione nella quale, accanto al pubblico, il ruolo del privato no profit appare decisivo. Il modello delle fondazioni, avviato negli anni 90 da istituzioni come quella che presiedo, ha concorso allo sviluppo del sistema. Da allora a oggi tale modello mostra una straordinaria vitalità, attestata da nuove aperture e da iniziative come il Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, costituito nel 2014 e giunto ora a comprendere diciassette fondazioni attive su tutto il territorio nazionale. Le Fondazioni intitolate a Mario e Marisa Merz, a Michelangelo Pistoletto, Pino Pascali, Hermann Nitsch, Maria Lai, ampliano il panorama, coniugando missioni di cura e conservazione al dialogo intergenerazionale».
Dunque collezionare l’arte del presente non è soltanto un hobby per persone ricche; visitare mostre e luoghi del contemporaneo non è soltanto un intrattenimento per persone colte; interessarsi a quanto accade nell’arte di oggi non intercetta soltanto lo spirito del tempo, ma può generare cultura se diventa una riflessione critica e sistematica dell’esperienza umana, a partire da ciò che ci sta più a cuore.