Sul San Raffaele sventola anche la bandiera svizzera. Il grande ospedale milanese, che fa capo al gruppo San Donato della famiglia Rotelli, ha aperto da poco una filiale a Lugano. Da quel che risulta dai documenti ufficiali, la società è stata costituita solo a fine gennaio e non avrebbe ancora avviato nessuna attività.

L’ipotesi più accreditata oltreconfine è che la testa di ponte elvetica sia destinata in breve tempo a diventare una sorta di ombrello per nuove iniziative in campo sanitario. Non per niente, l’oggetto sociale della neonata San Raffaele Swiss è “la messa a disposizione di locali, personale di tutte le infrastrutture e dei macchinari necessari all’esercizio di studi medici”. Non un nuovo ospedale, quindi, ma più probabilmente un ambulatorio che offra prestazioni specialistiche destinati a pazienti ad alto reddito come quelli svizzeri.

L’iniziativa luganese verrà gestita dalla prima linea del gruppo. Nel board della nuova società troviamo infatti Marco Centenari, che è l’amministratore delegato del San Raffaele, insieme ad altri dirigenti di vertice come Marco Esposti e Alberto Zangrillo, già medico personale di Silvio Berlusconi.

ALFANO IL LOBBYSTA

Alla presidenza troviamo invece Kamel Ghribi, l’uomo d’affari tunisino, con passaporto elvetico e residenza a Lugano, che da alcuni anni ha affiancato gli eredi del fondatore Luigi Rotelli nella gestione del gruppo. Ghribi è l’unico estraneo alla famiglia nel cda della holding Papiniano, che tira le fila di un colosso della sanità privata da oltre 2 miliardi di ricavi, fortissimo in Lombardia dove la politica sanitaria dei governatori di centro destra, dai tempi di Roberto Formigoni fino ad Attilio Fontana, ha creato le condizioni ideali per moltiplicare i profitti degli ospedali privati.

In Italia, l’attività di lobbying è affidata all’ex ministro Angelino Alfano, che è anche presidente della società capofila, la Gruppo San Donato. Chiusa la parentesi da politico, Alfano alcuni anni fa è stato reclutato dallo studio legale BonelliErede, un marchio che colleziona da tempo clienti al vertice del capitalismo nazionale. All’estero invece è Ghribi a condurre le danze.

DALLA POLONIA ALL’ARABIA

I Rotelli, Paolo, Marco e Giulia insieme alla madre Gilda Gastaldi, puntano a investire oltrefrontiera i capitali accumulati in patria e hanno affidato al manager tunisino, 62 anni, il compito di allargare la rete delle attività internazionali. I contatti di Ghribi, che da un quarto di secolo fa la spola tra i paesi arabi e l’Europa, hanno fruttato una serie di accordi dall’Arabia Saudita, all’Egitto, fino agli emirati del Golfo e all’Iraq.

L’espansione in Europa è partita l’estate scorsa quando il San Donato ha investito 350 milioni di euro per comprare un gruppo ospedaliero in Polonia, l’American Heart of Poland. L’operazione, completata poco prima di Natale, ha avuto ampia pubblicità. Meno nota, invece, è la singolare architettura societaria che fa da scenario alla crescita oltrefrontiera del colosso della sanità privata.

Il reticolo societario, a cavallo tra Italia e Svizzera, svela il ruolo sempre importante del manager Ghribi, che partecipa anche da azionista alle iniziative dei Rotelli.

L’acquisizione in Polonia, per esempio, è stata realizzata da una società milanese, la Gsd Healthcare Polish, che risulta controllata al 51 per cento dal Gruppo San Donato. Un altro 49 per cento fa capo in parte proprio a Ghribi, che da Lugano, tramite la sua GK investment holding, possiede il 50 per cento di un’altra società, la Gksd srl di Milano, a cui è intestato il restante 49 per cento della neonata capofila delle attività polacche.

RETICOLO SOCIETARIO

Questo stesso schema è stato replicato più volte. E così alla fine si scopre che sono almeno una dozzina in cui le iniziative dei Rotelli vedono Ghribi come socio di minoranza. Si va dalle costruzioni, alla consulenza in campo sanitario, all’ingegneria, alla gestione di parcheggi.

Spesso queste società lavorano per gli ospedali del gruppo che quindi sono la fonte principale di ricavi e anche di profitti, che quindi finiscono pro quota alla famiglia Rotelli e all’amico manager. È il caso, per esempio, della Gksd edile che realizza e sviluppa progetti immobiliari in campo sanitario. Un elenco che comprende la ristrutturazione di ospedali del gruppo San Donato.

Il lungo elenco di società comprende anche sigle come Gksd Esco e Gksd green che vendono soluzioni per il risparmio energetico e la Gskd procure, attiva nella consulenza a società del settore sanitario per migliorare l’efficienza delle forniture. Strada facendo, i Rotelli e Ghribi si sono messi in società, rilevandone una quota del 30 per cento, anche con lo studio legale di Vittorio Emanuele Falsitta, già deputato di Forza Italia e per un certo periodo anche consigliere di amministrazione del San Raffaele.

Per gestire questa rete di partecipazioni è stata costituito un advisory board. Un organismo in cui è arruolato, insieme a medici e primari degli ospedali del gruppo, anche Pierpaolo Sileri, il chirurgo che è stato viceministro della Salute nel governo Conte 2, fino febbraio del 2021. Una poltrona è andata anche a Valerio Fabio Alberti, già direttore di Asl in Piemonte nonché fratello della ministra delle Riforme Istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Tra società, consulenti e amministratori sono decine i nomi che affollano il parterre dei Rotelli, che ora annunciano di essere pronti a fare spazio a un nuovo socio a cui cedere una quota importante, fino al 40 per cento del gruppo. I sondaggi esplorativi sono in corso, ma non è affatto detto che alla fine l’operazione vada in porto. In alternativa ci sarebbe il progetto dello sbarco in Borsa. Anche qui però servirà tempo, almeno un paio di anni per preparare il passo indietro della famiglia milanese, con la consulenza dell’immancabile Ghribi.