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15 Agosto 2025Mediobanca, assemblea sull’Ops verso un voto incerto: il fronte delle astensioni può pesare fino al 40%
A pochi giorni dall’assemblea del 21 agosto, chiamata a decidere sull’offerta pubblica di scambio da 6,3 miliardi di euro per acquisire Banca Generali, in Mediobanca cresce l’incertezza. Dopo il rinvio di giugno, voluto anche per evitare una probabile sconfitta del management e concedere più tempo di analisi agli azionisti, la partita resta apertissima. L’operazione, voluta dall’amministratore delegato Alberto Nagel per rafforzare la posizione nel wealth management e creare un polo del risparmio in grado di generare sinergie e difendersi da possibili mosse ostili, divide profondamente la compagine sociale.
Secondo le prime stime, il blocco di chi intende astenersi – e che quindi, di fatto, vale come un voto contrario – potrebbe arrivare al 25-30% del capitale. In questo gruppo si collocherebbero Delfin (19,9%), Edizione della famiglia Benetton, le casse di previdenza (5,5%), Unicredit (1,9%), i fondi Amundi (1%) e Anima (0,7%), la famiglia Tortora (1%) e altre sgr italiane legate a scenari alternativi di consolidamento bancario, come quello attorno a Banco Bpm e Crédit Agricole. A questi si aggiungono i contrari dichiarati, come il gruppo Caltagirone (9,9%) e la famiglia Minozzi, portando la quota complessiva di astenuti e “no” fino a sfiorare il 40%.
Sul fronte opposto, a sostegno dell’operazione, si schierano diversi grandi fondi internazionali come BlackRock, Vanguard e Norges Bank, intenzionati a seguire le raccomandazioni dei proxy advisor Iss, Glass Lewis e Pirc, che vedono nell’Ops un passo strategico per far crescere Mediobanca e valorizzarne i multipli di mercato. Il capitale in mano agli istituzionali favorevoli viene stimato intorno al 22-23%, ma per superare il voto servono numeri più ampi.
L’affluenza all’assemblea è prevista tra il 75 e l’80%. In questo scenario, per dare il via libera al consiglio di amministrazione basterebbe il 38-39% dei voti favorevoli tra i presenti. Molto dipenderà quindi dalle ultime decisioni dei soci indecisi e da eventuali cambi di linea nelle ore finali. Il ceo Nagel ha invitato a “votare con responsabilità”, ma dovrà affrontare un blocco consistente di azionisti che non credono nell’operazione o preferiscono attendere sviluppi su altri fronti strategici, compreso l’interesse del Monte dei Paschi di Siena per Mediobanca stessa.