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Mps vuole comprare Mediobanca offrendo un pacchetto di azioni in cambio. L’operazione ha già avuto il via libera da Bce e Ivass, e se tutto va bene partirà il 14 luglio per chiudersi a inizio settembre. Per sostenerla, Mps ha approvato un aumento di capitale da oltre 13 miliardi di euro: offrirà 23 azioni proprie ogni 10 di Mediobanca.
Ma Mediobanca non è d’accordo. Il suo amministratore delegato Alberto Nagel ha chiesto a Consob chiarimenti: cosa succede se Mps non raggiunge almeno il 50%? Che impatto avrà sui conti, sui risparmi fiscali e sui dividendi futuri? Vuole che gli azionisti abbiano tutte le informazioni per decidere.
Nel frattempo Mediobanca ha rilanciato con il suo piano fino al 2028: ricavi e utili in crescita, 4,9 miliardi da distribuire agli azionisti. Il consiglio ha bocciato l’operazione, definendola rischiosa e inutile: unire le due banche non rafforzerebbe nessun settore strategico e aumenterebbe solo i rischi.
Anche se Mps non dovesse arrivare al 50%, potrà comunque avere il controllo se un revisore indipendente lo certifica. Intanto si muovono anche altri: lo Stato francese è entrato in Banco Bpm e potrebbe sostenere una futura alleanza con Mps, Mediobanca e Generali. Sullo sfondo, la magistratura e l’Antitrust Ue stanno valutando esposti su possibili aiuti pubblici passati.
In Borsa, i due titoli si muovono insieme e l’attuale scarto rende l’offerta di Mps poco conveniente. Potrebbe essere necessario un rilancio. Nei prossimi giorni sapremo se l’operazione andrà avanti o resterà solo un’idea senza basi solide.