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Superata la soglia minima: Siena ora punta alla maggioranza assoluta
Il Monte dei Paschi di Siena ha centrato un obiettivo decisivo nel percorso di acquisizione di Mediobanca: le adesioni alla sua offerta pubblica di scambio e acquisto hanno raggiunto il 38,5% del capitale della banca milanese, oltre la soglia minima del 35% fissata come condizione di efficacia. Un traguardo che segna un passaggio storico e apre a nuovi equilibri nella finanza italiana.
Determinante è stato il ritocco introdotto nei giorni scorsi, con l’aggiunta di 0,90 euro in contanti per ogni azione. Un incentivo da 750 milioni che ha reso l’offerta più attraente e ha spinto molti azionisti a consegnare i titoli. Tra i primi ad aderire ci sono stati i soci di peso, come Delfin (19,9%) e Caltagirone (9,9%), seguiti da fondi, casse previdenziali e imprenditori. L’offerta resterà aperta fino a lunedì 8 settembre, con la possibilità di una seconda finestra tra il 16 e il 22 settembre. Questo potrebbe portare ulteriori adesioni, magari fino a superare la soglia cruciale del 50% più un’azione, che darebbe a Siena il controllo effettivo di Mediobanca.
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha più volte respinto l’operazione, definendola “ostile” e “priva di razionale industriale”. L’amministratore delegato Alberto Nagel, alla guida da 18 anni, ha tentato di difendere l’autonomia della banca, ma la compattezza dei soci forti e l’orientamento del mercato hanno reso difficile ribaltare il quadro. Oggi il board tornerà a riunirsi per rivalutare l’offerta, ma non sono attese svolte: si prevede una nuova conferma del giudizio negativo già espresso in passato. Tuttavia, con la soglia minima ormai superata, la situazione è cambiata.
Per Monte dei Paschi, guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, si apre ora la fase più delicata: spingere verso la maggioranza, integrare i business delle due banche e costruire un nuovo polo finanziario con una rete capillare sul territorio e una forte presenza nel wealth management. Gli analisti sottolineano che l’operazione potrebbe portare benefici significativi: sinergie da circa 700 milioni l’anno e un vantaggio fiscale stimato in quasi 3 miliardi nei prossimi sei anni. Una prospettiva che potrebbe rafforzare la competitività del gruppo nel contesto europeo, segnato da nuove tensioni e da un processo di consolidamento che interessa l’intero settore bancario.
La conquista di Mediobanca rappresenta molto più di una semplice operazione societaria: segna la fine di un’epoca per lo storico istituto fondato nel dopoguerra e considerato per decenni il “salotto buono” della finanza italiana. Ora la parola passa al mercato e agli azionisti che devono ancora decidere se aderire. Ma una cosa è certa: il passo avanti di Siena ha già cambiato il volto della banca milanese e, con essa, quello del sistema finanziario del Paese.