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Mediobanca gioca la sua mossa decisiva. Per evitare di finire nelle mani del Monte dei Paschi di Siena, che ha lanciato un’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) per prendersi il controllo della banca, l’amministratore delegato Alberto Nagel rilancia su un’altra strada: comprare Banca Generali.
Il piano è semplice, almeno sulla carta: proporre a Generali di vendere la sua controllata, Banca Generali, in cambio di azioni Mediobanca. È un’operazione già nota, ma ora arriva con condizioni migliori: l’accordo di distribuzione tra Generali e Mediobanca durerebbe dieci anni e non ci sarebbe più il vincolo che impediva alla compagnia di vendere subito le azioni ricevute.
Se Generali – il 6 agosto – non dirà di no, Mediobanca convocherà l’assemblea dei soci per il 21 agosto. L’obiettivo è partire prima che scada l’offerta rivale di Mps, fissata per l’8 settembre. A quel punto, saranno i soci a scegliere: restare con Mediobanca e puntare su Banca Generali oppure accettare la proposta del Monte.
Nagel si gioca questa partita forte dei risultati record appena ottenuti: utile netto a 1,3 miliardi di euro, ricavi in crescita e nuove masse gestite per 11 miliardi. Per premiare gli azionisti, la banca ha deciso di distribuire tutti i profitti. E ha già promesso che farà lo stesso nel 2026.
Ma la sfida è tutt’altro che chiusa. A giugno la proposta su Banca Generali era stata ritirata all’ultimo momento per evitare una bocciatura. Adesso l’azionariato è cambiato: sono usciti vecchi soci come Mediolanum e sono entrati fondi finanziari, che potrebbero votare a favore se vedono possibilità di guadagno. Restano però contrari Delfin (19,9%) e Caltagirone (10%), che appoggiano Mps. Anche Unicredit e alcune casse previdenziali potrebbero giocare un ruolo decisivo.
C’è poi il nodo del governo. L’operazione deve rispettare il “golden power” sulle partecipazioni strategiche, e ogni modifica all’accordo – come l’eliminazione del blocco sulla vendita delle azioni – potrebbe riaprire la partita a Palazzo Chigi.
In tutto questo, l’offerta di Mps appare ancora poco convincente: 23 azioni Mps per 10 di Mediobanca, uno scambio che il mercato giudica “a sconto”. Nagel lo ha detto chiaramente: «L’operazione di Siena è inadeguata e senza un vero progetto industriale». E spera che la sua proposta alternativa porti i soci a respingere l’assalto.
Il 21 agosto sarà il giorno chiave. Se l’assemblea darà il via libera, Mediobanca potrà lanciare l’Ops su Banca Generali. E forse, ribaltare il risultato.