
Siena sceglie la paura
30 Maggio 2025
Non è un fatto isolato
31 Maggio 2025
Mediobanca ha messo sul tavolo un progetto ambizioso: unire le forze con Banca Generali per creare un grande gruppo italiano specializzato nella gestione patrimoniale di alto livello. L’assemblea degli azionisti sarà chiamata a esprimersi il 16 giugno, ma il dibattito è già acceso.
Secondo il piano, nascerà un nuovo polo da 210 miliardi di euro in gestione, con oltre 4 miliardi di ricavi e più di 3.700 consulenti attivi sul territorio. La banca vuole anche vendere la sua intera quota in Generali per investire completamente in questo nuovo modello, che integra i servizi di consulenza finanziaria con quelli della banca d’affari.
Chi guida l’operazione parla di un’opportunità storica: si prevede una forte capacità di generare valore, un aumento della solidità patrimoniale e dividendi generosi per gli azionisti, superiori al 7%. I risultati in Borsa sembrano dare ragione a questa visione: da fine aprile il titolo Mediobanca è salito di oltre il 25%.
Anche alcuni consulenti finanziari indipendenti si sono detti favorevoli, definendo l’operazione un punto di svolta strategico per il gruppo.
Ma non tutti sono d’accordo. Alcuni grandi azionisti esprimono forti perplessità. C’è chi sostiene che manchi una vera logica industriale e chi, pur avendo discusso a lungo con la dirigenza, resta scettico. Qualcuno valuta perfino l’ipotesi di uscire dal capitale della banca, magari accettando offerte concorrenti.
A complicare il quadro, ci sono intrecci societari con altri grandi gruppi italiani, che rendono il cosiddetto “risiko bancario” ancora più difficile da decifrare. La prossima riunione tra gli azionisti storici sarà un momento chiave per capire se il progetto potrà andare avanti con il sostegno necessario.
In sintesi, l’idea di Mediobanca è ambiziosa e potrebbe cambiare il volto del settore, ma dovrà superare molte resistenze prima di diventare realtà.