
Notizie nazionali e internazionali. 26 settembre 2025
26 Settembre 2025
Trump, Kiev e la trappola per l’Europa
26 Settembre 2025
Giorgia Meloni arriva sul palco dell’Assemblea generale dell’ONU a tarda sera, davanti a una platea semivuota, e consegna un discorso che somiglia più a un comizio domestico che a un intervento di politica estera. In sedici minuti, la premier italiana sposta l’Italia sul fronte trumpista: attacca l’ecologismo, chiede di rivedere le convenzioni sui migranti, critica l’ONU, e attenua la condanna di Israele.
Sulla guerra a Gaza, Meloni riconosce che Israele ha «superato il limite del principio di proporzionalità», ma evita di parlare di crimini di guerra. Chiede la nascita di uno Stato palestinese, ma solo dopo il rilascio di tutti gli ostaggi e l’esclusione di Hamas dal governo. È una condanna soft, condizionata e calibrata: abbastanza per placare l’opinione pubblica interna, non abbastanza per rompere con Tel Aviv.
Sul fronte migranti, Meloni alza il tiro: le convenzioni internazionali sono «anacronistiche» e vanno riscritte. Il traffico di esseri umani diventa l’argomento per restringere il diritto di asilo e legittimare respingimenti. Sul clima, l’affondo è netto: il vero nemico non è il riscaldamento globale, ma «l’ecologismo insostenibile» che avrebbe quasi distrutto l’industria dell’auto in Europa e reso l’Occidente meno competitivo.
Questo mix di sovranismo selettivo e attacco alle regole internazionali è stato letto all’estero come un segnale di riallineamento con il fronte conservatore globale, più vicino al trumpismo che a Bruxelles. La premier italiana sembra voler giocare un ruolo di “alleata critica” degli Stati Uniti, differenziandosi dall’UE senza però isolarsi.
Ma il vero destinatario del discorso sembra essere il pubblico italiano. Meloni usa il palcoscenico delle Nazioni Unite per colpire opposizioni e magistratura, in una strategia comunicativa che trasforma New York in una piazza politica interna. La segretaria del PD, Elly Schlein, l’ha accusata di usare la tribuna internazionale «per dividere la nazione», ricordando che la maggioranza degli italiani è favorevole al riconoscimento della Palestina.
Il risultato? Un discorso che ha parlato più all’Italia che al mondo, più alla destra internazionale che alle Nazioni Unite. Una scelta che rafforza il profilo politico di Meloni sul fronte sovranista, ma rischia di lasciare l’Italia isolata nei negoziati multilaterali, soprattutto su clima e migrazione.