L’operazione, per altro, è tutt’altro che risolutiva, secondo Francoforte. Anche con l’esecuzione dell’aumento di capitale Mps presenterebbe un gap di capitale rispetto alla media delle banche italiane ed estere che “potrebbe rappresentare un possibile ostacolo a future operazioni di fusione con un partner industriale”, è l’avvertimento della Bce, contenuto nella bozza di decisione sullo Srep 2022, di cui riferisce il prospetto dell’aumento di capitale. Con un Tier 1 ratio del 14,2% a fine 2024, come da piano, Mps si posizionerebbe 70 punti base sotto il livello medio delle banche significative europee e 150 punti base sotto l’attuale media delle banche significative italiane, sottolinea la Vigilanza.
Nella bozza di decisione sull’esame Srep a cui ha sottoposto il Monte, poi, la Bce “ha evidenziato punti di attenzione che potrebbero limitare la capacità” del Monte “di raggiungere completamente gli obiettivi del piano industriale 2022-2026 nel medio termine”. Tra questi, si legge nelle avvertenze contenute nel prospetto sull’aumento di capitale, figurano “il persistere di tensioni sullo spread Btp-Bund e della volatilità dei mercati con potenziali ricadute negative sul costo della raccolta” e “la dinamica attesa delle commissioni che, sebbene considerata ragionevole, dipende dal successo delle iniziative commerciali programmate ed è esposta alla pressione competitiva”. Tra gli elementi che potrebbero far deviare il Monte dai suoi obiettivi figurano anche “l’incremento dei tassi di interesse e uno scenario meno favorevole del Pil che possono influenzare negativamente la capacità di rimborso dei debitori” e “l’andamento reclami e cause legali che non è nel pieno controllo di Mps, come pure la capacità di prevenire l’insorgere di ulteriore contenzioso”. Infine, secondo la Bce, i risparmi di costi per 40 milioni di euro a partire dal 2024 dovuti alla chiusura delle filiali, alla riorganizzazione societaria del gruppo e agli investimenti IT in digitalizzazione “potrebbero essere compensati da livelli inflattivi connessi al nuovo scenario macroeconomico che potrebbero essere più alti del previsto e potrebbero non essere limitati ai servizi di pubblica utilità, riducendo anche i risparmi derivanti dagli stessi investimenti in Digitalizzazione”.
esta il fatto che, secondo l’istituto senese, “il mancato buon esito integrale dell’aumento di capitale e la mancata realizzazione delle assunzioni del Piano industriale 2022-2026, in assenza di tempestive azioni correttive non ancora puntualmente identificate alla data del documento di registrazione, pregiudicherebbe la prospettiva della continuità aziendale“. Al riguardo Mps evidenzia che, “qualora il presupposto della continuità aziendale venisse meno successivamente all’investimento in azioni della banca, il valore delle suddette azioni potrebbe essere azzerato, incorrendo così l’investitore in una perdita totale del capitale investito”.