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Monte dei Paschi di Siena sta cercando di acquisire Mediobanca con un’operazione pubblica di scambio azionario, ma rispetto all’obiettivo iniziale — ottenere almeno il 66,67% delle azioni — si mostra ora più flessibile. L’ipotesi più probabile è che si accontenti del 51%, forse anche di una quota inferiore, se le autorità competenti daranno il via libera. La decisione arriva dopo settimane di difficili trattative e a causa dell’andamento di Borsa: Mediobanca è cresciuta del 14% nell’ultimo mese, mentre Mps ha perso quasi il 5%, rendendo meno attraente lo scambio per gli azionisti della banca milanese.
Per questo motivo, Mps potrebbe essere costretta ad aumentare l’offerta, anche di 2 miliardi, per convincere il mercato. Riducendo la soglia minima, però, si riducono anche i benefici industriali attesi: minori sinergie operative, meno risparmi e un maggior impiego di capitale, con rischi aggiuntivi per la stabilità del nuovo gruppo.
Nonostante le difficoltà, Mps può già contare sul sostegno di alcuni grandi soci di Mediobanca, tra cui Delfin (quasi 20%), Caltagirone (oltre il 7%), forse Benetton, ed Enasarco. Sommando queste quote, il punto di partenza sarebbe già attorno al 35%. Se riuscisse a superare il 45%, Mps potrebbe cambiare i vertici di Mediobanca e, in prospettiva, puntare al controllo effettivo nei prossimi mesi, in linea con la normativa italiana.
Resta da capire se la Banca Centrale Europea e la Consob approveranno questa nuova impostazione, più flessibile ma anche più esposta. L’operazione è complessa e ancora tutta da costruire: per Mps si tratta di una partita cruciale, ma piena di incognite.