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13 Ottobre 2022Borsa
di Daniela Polizzi
Gli ultimi tornanti sembrano superati. Con la firma che, secondo quanto emerge, sarebbe ormai arrivata da parte delle quattro banche global coodinator dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi del Monte dei Paschi: Bofa, Citi, Credit Suisse, Mediobanca, gli istituti più coinvolti nella loro veste di coordinatori di tutta la manovra. Ma ci sarebbe la sigla anche di due dei bookrunner, tra i quali Santander, Barclays, SocGen e Stifel. È un passaggio cruciale perché significherebbe che le banche sono tutte intenzionate a dare seguito al contratto di pre-underwriting firmato a giugno, impegnandosi sull’eventuale inoptato dell’aumento di capitale. In particolare su quei 900 milioni riservati al mercato, visto che il Mef (azionista con il 64,2%) coprirà 1,6 miliardi. Mps, con il suo ceo Luigi Lovaglio, e le banche avrebbero trovato un punto di incontro a metà strada. Visto che le stesse banche e il ceo hanno individuato un gruppo di investitori disponibili a impegnarsi prima che scatti l’aumento. Sarebbe arrivata la disponibilità da parte di investitori come le maggiori Fondazioni toscane (tra cui CariFirenze e Fondazione Mps con circa 30 milioni), le casse e Denis Dumont. Ci sarebbe anche Axa con una disponibilità sopra i cento milioni, a conferma della strategicità del mercato italiano. Sono impegni che porterebbero questo gruppo a sottoscrivere sopra i 450 milioni. Il board ieri non ha ancora potuto mettere il sigillo sull’aumento di capitale del Monte dei Paschi. Ma l’operazione sarebbe ormai impostata. Se così sarà, oggi il board presieduto da Patrizia Grieco annuncerà l’aumentpo che, secondo i piani, dovrebbe partire lunedì 17, anche se è possibile un lieve slittamento.