
Enrico Cuccia: “Rubare è peccato veniale, parlare è mortale”
14 Settembre 2025Mps-Mediobanca: Siena di fronte a una banca ormai senza identità
La scalata di Mps a Mediobanca rappresenta un passaggio rilevante per il sistema bancario italiano e per Siena. Con l’Opas vicina all’80% e la prospettiva di una fusione, il Monte potrebbe diventare il terzo polo bancario nazionale, dietro Intesa e Unicredit.
L’operazione risponde a un’esigenza di consolidamento: Mps ha rafforzato il proprio patrimonio, ridotto i crediti deteriorati e ora punta a coprire aree in cui è meno competitiva, come credito al consumo e investment banking. Mediobanca porta queste competenze, e la decisione di mantenere separati marchi e attività serve a valorizzare le specificità dei due gruppi.
Ma il cambiamento ha un prezzo. La vecchia guardia di Piazzetta Cuccia – Pagliaro, Nagel, Vinci – sta uscendo di scena, e i manager vendono azioni. È il segnale che la transizione non è indolore e che il nuovo assetto di governance dovrà guadagnarsi la fiducia del mercato. Lovaglio punta a costruire una squadra capace di unire le due culture aziendali, un compito tutt’altro che semplice.
Per Siena questa operazione è una scommessa: il Monte torna al centro del dibattito finanziario nazionale, ma lo fa come una banca ormai distante dalle logiche di radicamento territoriale. La città rischia di restare solo un punto sulla mappa, sede storica di un istituto che guarda altrove.
Gli assetti azionari – con Delfin e Caltagirone in posizione di forza e il Mef ormai al 6% – indicano un futuro più “privato” e competitivo. Il successo di questa operazione non si misurerà solo in Borsa, ma anche nella capacità di Mps di avere ancora un ruolo per l’economia senese, oltre che per gli azionisti.