«Ho saputo a 7 anni che avrei perso la vista Imparavo a memoria le strade e i colori»
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9 Dicembre 2023Musica e immagini Lunedì l’arcivescovo di Siena attende in Duomo la Sacerdotessa del Rock per il tour che, tra canzoni e foto, accompagna l’uscita del suo libro «A Book of Days»
di Edoardo Semmola
Magari succederà come 11 anni fa ad Arezzo, quando si esibì in un reading sotto la Leggenda della Vera Croce della Basilica di San Francesco. Tra canzoni e racconti legati alla sua memoria, all’arte, al misticismo, Patti Smith ebbe una specie di Sindrome di Stendhal. Iniziando così una storia d’amore con il sud della Toscana che la Sacerdotessa del Rock ha portato avanti fino a oggi.
Lunedì, si augura il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, anche il «suo» Duomo saprà farla trasalire: «Non può che lasciare un segno profondo in un’artista così sensibile, una cattedrale dalla carica di intensità con pochi eguali al mondo con una tale pienezza di riferimenti artistici e religiosi. Le dirò di guardare in alto, perché il nostro Duomo è un libro da leggere e mi auguro che entrerà nella sua musica e nella sua vita. Sono messaggi di speranza e di pace che le chiediamo: che sia con noi un’operatrice di pace».
Ed è questo il tema. Anzi il titolo dell’iniziativa: Musica per la Pace . Un appuntamento tradizionale a Siena che lunedì acquista più forza grazie a una delle cantautrici più carismatiche di sempre. Ha omaggiato papa Luciani nel suo album del 1979 Wave , più recentemente anche Bergoglio con il brano These Are the Words scritto per lui. Ora la 76enne cantautrice americana — raccontano da Siena — si è appassionata al passato del cardinale Lojudice come «ex prete di strada» impegnato sul fronte migranti e rom. Per questo ha sconvolto un po’ la scaletta di lunedì per conoscerlo. «Anche se quando mi chiamano prete di strada tendo a dire che non lo sono, sono un prete — prosegue il cardinale — poi è la realtà che ti chiede di avvicinarti a certi mondi. A me è successo e ho provato a trasmetterlo ai seminaristi».
Patti Smith sarà a Siena nell’ambito del suo A Tour Of Italian Days che accompagna l’uscita del suo libro A Book of Days (Bompiani), già best seller in tutto il mondo. Canzoni, racconti e fotografie sono tre aspetti della medesima esperienza, legata ai temi della pace. Canterà proiettando le immagini del suo libro che è una raccolta di foto, ognuna legata a un giorno del calendario: 366 scatti, polaroid e immagini dal cellulare, la maggior parte realizzate durante la pandemia. E incastonate come perle in una collana che ha la forma di un profilo Instagram perché «i social, nel modo distorto in cui praticano la democrazia, a volte incoraggiano la crudeltà, i commenti reazionari, la disinformazione e il nazionalismo, ma possono anche esserci utili. Sta a noi saper distinguere». Parole di Patti Smith.
La prima foto ritrae la sua mano. Aperta, sollevata «come in segno di promessa» dice lei. «La mano compone un messaggio, carezza i capelli di un bambino, tira indietro la freccia e la fa volare — scrive — Ecco le mie frecce che puntano al cuore delle cose. Trecentosessantasei modi di dire ciao». In fondo «questo libro, un anno e un giorno per i nati nell’anno bisestile, è offerto in segno di gratitudine, come luogo di conforto, anche nei momenti più tristi». Ci sono Greta Thunberg e Giovanna D’Arco, la Francia e i libri che la legano a Robert Mapplethorpe, che l’amore per la fotografia le ha insegnato ai tempi della loro amicizia e collaborazione. E poi Joan Baez e Murakami per i rispettivi compleanni, Martin Luther King e Borges, Flea dei Red Hot Chili Peppers che suona Bach col basso, e Londra, Hiroshima e Firenze (il David all’Accademia) nello stesso collage, la tomba di Dante, lei che guarda la Tosca di Puccini pensando Vissi d’arte, vissi d’amore , il manifesto per le vie di Firenze che pubblicizza il suo concerto in Santa Croce del 10 settembre 2009 organizzato per celebrare quello del 10 settembre 1979, il primo allo stadio che iniziò un’epoca nuova per il rock in Italia. «Purtroppo la pace sembra svanire ogni giorno di più — riflette il cardinale — Non possiamo far tacere le armi in Medio Oriente o in Ucraina ma possiamo dirci che la pace inizia dal piccolo delle nostre vite, e ora con Patti Smith abbiamo l’occasione per dirlo ancora». Il vescovo di Siena è tutt’altro che un rockettaro. «Sono più un tipo da musica classica» sorride. Ma «la musica di Patti Smith è talmente piena di contenuti, carica di messaggi intensi che non vedo l’ora di avvicinarmici». In fondo il suo soprannome di Sacerdotessa del Rock significa questo: ha sempre imbevuto le sue canzoni in un misticismo che ricerca un senso oltre il tangibile. «Dal suo attaccamento al Papa — conclude il cardinale — ho percepito una persona vicina. E un pastore deve porre attenzione a chi intraprende la strada giusta e ha uno sguardo sui valori importanti. Le sue sono canzoni profonde e la sua fede anche se non pienamente cattolica può sentirsi accolta con noi».
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