Liste e percentuali Salvini è assediato dal fronte del nord
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4 Agosto 2022Otto miliardi per le bollette taglio dell’1% al cuneo fiscale ma i sindacati: “Non basta”
PAOLO BARONI
Il rimbalzo pazzesco dei prezzi dell’energia previsto per ottobre – secondo l’Autorità per l’energia viste le quotazioni attuali si rischia un aumento del 100% delle bollette del gas – preoccupa non poco il governo. Che anche al costo di scontentare i sindacati, col nuovo «decreto aiuti» che arriva oggi pomeriggio sul tavolo del Consiglio dei ministri, ha deciso di rafforzare in maniera molto decisa le misure contro il caro bollette.
Sui 14,3 miliardi di euro ottenuti grazie all’assestamento di bilancio approvato tra ieri e l’altro ieri da Camera e Senato, ben 8 vanno infatti a favore di misure che servono a calmierare le bollette di luce e gas: 3,3 miliardi servono a garantire il rinnovo dei crediti di imposta destinati alle imprese (energivore e non) e circa 5 a confermare sino a fine anno l’azzeramento degli oneri di sistema ed il taglio al 5% dell’Iva sul gas, a cui si aggiunge il rafforzamento dei bonus sociali e misure di sostegno a favore dei clienti vulnerabili, i soggetti più esposti ai futuri aumenti del gas naturale, la cui platea viene ridefinita ed ampliata.
Al taglio del cuneo fiscale (confermata la riduzione dell’1% a partire da luglio per i redditi sotto i 35 mila euro) e all’anticipo della perequazione delle pensioni (da ottobre a dicembre, tredicesima compresa), andranno rispettivamente 1,6 miliardi (786 milioni di euro nel 2022 e 831 nel 2023) e 2,4 miliardi. Cifre lievemente più alte di quelle comunicate ieri mattina ai sindacati durante un incontro tecnico al Mef, 2,5 miliardi in tutto (1 per il taglio del costo del lavoro ed 1,5 per le pensioni) e che avevano subito fatto scattare la protesta soprattutto di Cgil e Uil. «Non ci siamo, le risorse sono inadeguate» ha fatto mettere a verbale Maurizio Landini, segnalando che «questa manovra così come proposta di qui a fine anno assegna a lavoratori e pensionati meno dei 200 euro una tantum erogati a luglio». «Va bene il metodo, ma le cifre che ci sono state illustrate porterebbero a poco più di una elemosina» ha segnalato invece Pierpaolo Bombardieri. Entrambi hanno invitato il governo a riflettere, e lo stesso invito è stato rivolto ai partiti che pure in mattinata nel corso di un incontro a palazzo Chigi col sottosegretario Garofoli ed il ministro dell’Economia Franco – presente tutta la maggioranza e per la prima volta un rappresentante di Fratelli d’Italia – avevano dato semaforo verde al nuovo decreto accogliendo, tra l’altro, anche la richiesta del governo di assicurare un iter spedito al decreto evitando di presentare emendamenti.
Per i sindacati ridurre di un punto percentuale il cuneo fiscale significa che per un lavoratore, per ogni 1.000 euro di stipendio ci sono 10 euro in più di aumento lordo al mese. In media, in sei mesi, i lavoratori dipendenti otterrebbero appena 100 euro lordi di aumento. Sulle pensioni, invece, la rivalutazione del 2% comporterebbe un aumento di 10 euro lordi ogni 500 di pensione. Mentre l’anticipo del conguaglio dello 0,2% frutterebbe 1 euro ogni 500. Troppo poco per tutti i sindacati, Cisl compresa che col segretario confederale Ignazio Ganga ha però detto di apprezzare il «segnale» sulle pensioni. Il loro grido dall’allarme ieri è stato subito raccolto dal ministro del Lavoro Orlando, secondo il quale il taglio del cuneo dovrebbe essere «più forte, tornando anche ad agire sul tema degli extraprofitti». A sera i fondi sono poi aumentati, ma non è detto che questo basti a soddisfare i sindacati. Si vedrà poi oggi.
In tutto il nuovo decreto si compone di 41 articoli, compresa l’istituzione della figura del «docente esperto» che farà guadagnare 5.650 euro in più all’anno a 8mila insegnanti; l’aumento dei poteri assegnati ai nostri 007 nella lotta ai crimini informatici; nuove norme sulla liquidazione della vecchia Alitalia; l’istituzione delle aree di interesse strategico dove realizzare grandi investimenti; una nuova norma salva-Ilva e ben 2,86 miliardi destinati a fondi di sviluppo industriale.