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Pippo Baudo non è stato soltanto un conduttore: è stato il volto che per decenni ha accompagnato la vita quotidiana degli italiani, trasformando la televisione in un rito collettivo. Le sue “Canzonissima”, i suoi “Fantastico”, i suoi Sanremo e le interminabili “Domenica In” erano cattedrali popolari dell’intrattenimento, appuntamenti in cui un Paese intero si riconosceva.
Baudo ha incarnato un’idea precisa di successo: merito e disciplina, ma senza arroganza; popolarità, ma senza cedimenti al populismo; modernità, ma senza rotture brusche. Un modello che richiama da vicino la cultura politica da cui proveniva la sua generazione: quella della moderazione, dell’equilibrio, di una “democristianità” estetica e culturale che lo ha reso unico.
Il suo metodo era quello di un artigiano maniacale. Controllava tutto: telecamere, luci, battute, orchestrazioni. Non lasciava spazio al caso. Persino malato, con la polmonite, rifiutò di fermarsi: “Anche da moribondi si va in scena”, urlava, imbottendosi di cortisone pur di rispettare il pubblico. Era un uomo colto, capace di ore di conversazioni su teatro, cinema e letteratura, ma anche segnato da improvvisi cali d’umore. Dentro questa contraddizione si nascondeva il suo fascino: vicino, umano, e allo stesso tempo inarrivabile.
Come talent scout, fu il giardiniere e il politico insieme: fiutava i talenti, li coltivava e li lanciava al momento giusto. Non era l’improvvisazione a guidarlo, ma la regia invisibile di chi sapeva trasformare tutto in equilibrio. Anche gli eccessi – Benigni, Grillo, Troisi, i cantanti più trasgressivi – nelle sue mani diventavano digeribili, senza perdere la forza dello spettacolo.
Baudo non rivoluzionò la televisione: la custodì, la perfezionò, ne fece un linguaggio nazionale. Era l’alchimista che neutralizzava gli estremi e offriva rassicurazione quando l’Italia attraversava contestazioni, terrorismi, scandali e crisi. La sua forza stava nell’essere sempre comunità: un conduttore che sembrava un parente, uno di casa.
Finché ci sarà televisione, ogni volta che qualcuno proverà a piacere a tutti senza scontentare nessuno, l’ombra di Pippo Baudo continuerà a vegliare. Imperturbabile. Maestosa.