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SIENA
Nicoletta Fabio, da professoressa, che voto si darebbe per il primo anno da sindaco?«Da professoressa sono sempre stata generosa, ma sono ipercritica e pretendo molto da me stessa. Mi dò 6 e 1/2».Rispetto agli abbracci del primo giorno, vede lo stesso grado di empatia?«Complessivamente sì, può darsi che siano cambiate le persone che mi manifestano empatia. Ho avuto nuovi amici, più di quanti potessi immaginare. E qualche vecchio amico ha manifestato un po’ di delusione».Parla di atti politici o di rapporti umani?«Molte delle mie energie sono state spese per i rapporti umani. Che sono anche politica». Nel suo primo anno ha riportato tranquillità nei giorni dei due Palii. Pensa sia la sua cifra di governo, lasciar scorrere?«Nel Palio ho una serenità di approccio perché c’è esperienza. Ho cercato di trasmettere leggerezza, il non drammatizzare troppo. Una ricetta che in altri settori può funzionare meno. In tutto quello che ho cominciato a fare c’è la voglia di essere equilibrata, di usare il buonsenso, di contare fino a 10 e poi dare una risposta di mediazione».La mediazione funziona?«Sì e no. Questa è una giunta che ha saputo dire anche dei ’no’. Non ha cercato la mediazione per quieto vivere. Di fronte a situazioni che bisognava risolvere, ha messo dei veti»Oltre alle questioni universitarie, altri no pesanti?«Ne abbiamo detti altri. Non su rapporti politici, ma su richieste specifiche. Che non riguardano l’allargamento della giunta. Un tema non all’ordine del giorno». E’ la giunta Fabio o Nicoletta Fabio è primus inter pares?«Non ho dovuto impormi, a volte ho dovuto argomentare con più forza le mie ragioni, altre eravamo in totale sintonia. Non ho la pretesa di dover dimostrare sempre di essere il sindaco. Qualche volta ho dovuto ribadirlo, non solo agli assessori, ma anche ai dirigenti».La pagella è fatta di tante materie. Il voto sullo sport?«Abbiamo trovato una situazione complessa. Stadio e Palasport sono due questioni venute dal passato, che ho dovuto affrontare subito. Il Siena era sparito, quando sono arrivata. Avrei preferito vederla subito in serie D, ci ho provato, ce l’abbiamo fatta un anno dopo. Nessuno credeva che saremmo riusciti a rispettare i tempi sul Palasport, lunedì comincerà il secondo stralcio dei lavori. Abbiamo portato un po’ di fortuna: Emma Villas quasi promossa, Virtus salva, Costone promosso, Mens Sana che spera di esserlo». Urbanistica: dica un progetto che vuole avviare?«Ne avrei due o tre in testa. Ma per metterli a terra serve tempo. Vanno avanti progetti avviati, come il Parco delle mura e la pista ciclopedonale, dovrebbe raggiungere in un anno dal parcheggio Tufi al San Niccolò».Pensavo dicesse il Santa Maria della Scala.«L’11 giugno, nella presentazione del programma di mostre ed eventi, saranno annunciate novità importanti. Sia con esposizioni triennali, che sui lavori da progettare nello Spedale».Lavori pubblici, cosa vorrebbe fare?«Lavoriamo per recuperare alcuni contenitori vuoti. C’è un piano del verde molto oneroso. E poi c’è il progetto Fortezza, già al vaglio della Soprintendenza».E sul Biotecnopolo?«L’incontro rinviato ha avuto successo. Oggi abbiamo il nuovo statuto, con le firme dei quattro ministri e del sottosegretario a Palazzo Chigi, Mantovano. Lo statuto all’articolo 1, punto 3, recita ’Fondazione con sede legale e operativa a Siena’. Prevista anche la direzione generale, si aspetta il nome. Alle tante sollecitazioni, ho risposto con pazienza. Lo statuto è la prova del filo diretto con il Governo».Ci sarà più Nicoletta Fabio nella giunta Fabio?«Ho parlato con almeno tre cittadini al giorno, più di mille in un anno. Ho incontrato associazioni, parti sociali, altri Comuni, riallacciato rapporti con istituzioni e anche sindacati. Ho salvato Siena Jazz, ho messo fretta perché c’era un bando ministeriale da 1 milione e 600mila euro e siamo entrati. Non posso dirle ora come sarò tra un anno. Dipende dagli eventi, dal contesto. Bisogna essere flessibili».Insiste sul sindaco ju-jitsu?«E’ la vita che richiede adattabilità, non solo essere sindaco».