
Dazi americani: l’Europa fa un passo indietro
29 Luglio 2025
R.E.M. – Losing My Religion
29 Luglio 2025Provincia di Siena, un’economia che guarda lontano e si trova a fare i conti con i dazi
Le aziende della provincia di Siena vivono soprattutto di export. Che si tratti di vino, farmaci o camper, il mercato americano è da anni una delle principali destinazioni. Per questo la decisione di introdurre dazi del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, dopo l’intesa tra Washington e Bruxelles, sta creando forte preoccupazione nei settori più esposti.
Il nuovo dazio è inferiore al temuto 30%, ma resta un ostacolo serio. I mercati hanno reagito con moderato sollievo, ma tra le imprese regna l’incertezza: non è chiaro quali prodotti saranno esclusi, né quanto durerà questo scenario.
A essere più in allarme è il comparto vitivinicolo. Il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano hanno negli Stati Uniti il primo mercato estero. Con i nuovi dazi e la svalutazione del dollaro, i prezzi rischiano di salire troppo. Una bottiglia che prima costava 11,5 dollari potrebbe arrivare a 15, rendendosi meno competitiva.
Le aziende, già provate da pandemia, costi energetici e problemi climatici, ora si trovano di fronte a un ulteriore ostacolo. Se l’export rallenta, l’invenduto si accumula, e trovare nuovi mercati nel breve periodo è molto difficile. Per questo si chiede alle istituzioni interventi rapidi e concreti.
Servono misure straordinarie, come ad esempio un fondo nazionale di compensazione che aiuti le imprese a sostenere l’aumento dei costi legati ai dazi, soprattutto per i settori più colpiti come quello vinicolo. Allo stesso tempo, andrebbe rafforzato l’Ocm Vino, lo strumento europeo per la promozione nei mercati esteri, semplificando le procedure e accelerando i tempi di erogazione. È poi fondamentale incentivare la ricerca di nuovi mercati, sostenendo la partecipazione a fiere internazionali e missioni commerciali in aree in espansione come l’Asia o l’America Latina. Infine, potrebbe essere utile promuovere accordi diretti con gli importatori statunitensi per condividere il peso dei dazi, evitando che ricada interamente sui consumatori.
Se l’Europa ha evitato il peggio, ora tocca al governo italiano sostenere territori come quello senese, che rischiano di pagare le conseguenze di decisioni prese altrove. Difendere l’export vuol dire difendere lavoro, imprese e identità.