“Dobbiamo ultimare l’installazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera, è una questione di sicurezza nazionale. Non è possibile volere la sicurezza energetica per gli italiani e poi protestare per queste infrastrutture”. Le parole di Mario Draghi nell’aula del Senato sono arrivate mentre in Val di Cornia, e anche nel golfo di Follonica, il popolare quotidiano Il Tirreno riportava nelle sue pagine un duro intervento del sindaco Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia ma a capo di una giunta con esponenti di liste civiche di ex Pd, ex Sel ed ex Prc.
“La scelta di Piombino è arbitraria, non abbiamo avuto le risposte che attendevamo – ha spiegato l’avvocato Ferrari – perché all’istanza di accesso agli atti che abbiamo avanzato il 17 giugno nei confronti del ministero della Transizione ecologica, finalizzata a ottenere le relazioni che hanno portato alla scelta di Piombino come sede di collocazione del rigassificatore, il Mite ha risposto che non è in possesso di questa documentazione”.
Benzina sul fuoco insomma, perché agli occhi non solo dei piombinesi ma di una fascia di territorio estesa una quarantina di chilometri il progetto di piazzare la nave rigassificatrice Golar Tundra, lunga 300 metri per 40 di largezza, nella banchina est della darsena nord del porto, a soli duecento metri dalle abitazioni, appare né più né meno che una follia. Per giunta in città i comitati che si battono contro l’arrivo della nave rigassificatrice hanno scoperto che il secondo impianto analogo che il “governo dei migliori” vuol piazzare a Ravenna sarà collocato in mare aperto, a 8 chilometri dal porto. Una distanza che ha rassicurato la popolazione locale, ma che al tempo stesso ha fatto ulteriormente alzare la temperatura a Piombino, affollata di vacanzieri e con il porto turistico-commerciale impegnato a trasbordare turisti all’ Elba e nelle altre isole dell’Arcipelago Toscano.
Il sindaco Ferrari ne ha anche per il governatore toscano Eugenio Giani: “Il primo luglio scorso in consiglio comunale aveva assicurato che entro pochi giorni avrebbe reso pubblico il progetto presentato da Snam. Invece ad oggi sul sito della Regione non c’è ancora traccia di questa documentazione. D’altro canto però sembra che Giani abbia preferito mettere a conoscenza la stampa del progetto, visto che ieri sui quotidiani sono apparsi dettagli dei quali le istituzioni non sono state informate ufficialmente”.
Così Ferrari insiste: “Il Comune ha il diritto di accedere ai documenti che riguardano il territorio, soprattutto quando il progetto in questione è così impattante per il suo futuro. Al tempo stesso la comunità ha il diritto di difendere i propri interessi e la propria sicurezza”. Parole che non sembrano interessare né Giani (“Draghi ha pronunciato parole di buon senso, sul rigassificatore andremo avanti”), né il sindaco fiorentino Dario Nardella (“C’è bisogno di queste infrastrutture”), e nemmeno Matteo Renzi, che con la sua Italia Viva sostiene a spada tratta Draghi.
Nel mentre però il Consiglio provinciale di Livorno, in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro l’arrivo della Golar Tundra. E lo stesso consigliere regionale dem, ed ex sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, si è fatto sentire: “Ho sentito Draghi apostrofare in Parlamento chi avanza dubbi o contrarietà sull’installazione del rigassificatore a Piombino. Mi sarebbe piaciuto che avesse fatto la stessa cosa, e con la medesima durezza, con i ministri del suo governo che in questi anni per Piombino non hanno mosso un dito”. Lasciandola senza acciaierie, senza bonifiche, senza lavoro.