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24 Agosto 2022
di Virginia Nesi
Cerami (Redo Sgr): nelle città un dialogo pubblico-privato
Il piano di rigenerazione urbana per la città di Milano è già in corso: 10 milioni di metri quadri di aree per i cittadini e cittadine, di cui tre milioni tra verde e spazio pubblico, oltre a 8 mila nuovi alloggi in social housing. Nell’area dell’ex Macello, nel municipio 4, i lavori per costruire 1200 appartamenti a emissioni zero (800 dei quali in affitto a 500 euro al mese e 400 in vendita a 2.500 euro al metro quadro) inizieranno nel 2023. «Si tratta di un’operazione ambiziosa perché non mette in conflitto l’interesse dell’investitore, il raggiungimento degli obiettivi sociali e l’evoluzione verso una tipologia di industria fortemente sfidante sul piano della compatibilità ambientale», dice Carlo Cerami avvocato amministrativista che presiede la Redo Sgr, società che gestisce il primo fondo d’investimento immobiliare a impatto sociale in Italia e ha vinto la seconda edizione di Reinventing Cities, il bando internazionale indetto dal Comune. L’obiettivo: demolire e ricostruire, ridurre il degrado sociale. Perché ripensare una città significa anche rigenerarla. In Italia le risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza destinate alla rigenerazione urbana superano i tre miliardi di euro. Proprio nel Pnrr sono riportati i valori legati all’urbanistica e al territorio. Investimenti che riguardano azioni come: il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree e strutture pubbliche, interventi per il miglioramento del decoro urbano, del tessuto sociale e ambientale, e la promozione di attività culturali e sportive. Ma anche iniziative per la mobilità sostenibile.«La riforma urbanistica è un tema tradizionalmente divisivo e di grande significato economico perché interessa i valori immobiliari. Serve una forte coesione delle forze politiche presenti in Parlamento e con un governo politico c’è il rischio si faccia fatica a introdurre le riforme», precisa Cerami. Oggi siamo di fronte a una sfida importante sul piano ambientale e, dice l’avvocato, «probabilmente nella nuova legislatura i progetti di rigenerazione potrebbero essere una di quelle questioni a cui il Parlamento lavorerà senza lacerazioni». Sui problemi legati agli interventi nell’urbanistica sottolinea: «Sono gli strumenti, la flessibilità, la semplificazione e il superamento della naturale diffidenza tra pubblico e privato». Quindi conclude: «Parti di città che sono di proprietà pubblica hanno bisogno di essere rigenerate insieme a quelle di proprietà privata, servono accordi di partenariato e un protagonismo del settore pubblico che ancora non si vede».