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28 Ottobre 2025
Leone vola alto, ma la politica non lo ascolta
28 Ottobre 2025Tormenti Pd Due mesi per decidere. Le correnti di Franceschini, Orlando e Speranza fanno fronte comune: a fine novembre l’evento a Montepulciano «per organizzare e allargare la maggioranza del partito». La segretaria ci sarà, ma non vuole troppi condizionamenti. E riflette sulle assise a marzo 2026
Due mesi (scarsi) per decidere quale sarà il percorso che porterà il Pd alle politiche del 2027. Entro Natale Elly Schlein, concentratissima sulla battaglia contro la manovra e sulle regionali del 23 e 24 novembre in Puglia, Campania e Veneto, dovrà prendere una decisione dirimente per il suo futuro politico e per le sorti del partito: anticipare il congresso ai primi mesi del 2026, per poi lanciarsi in un lungo anno di campagna elettorale fresca della rilegittimazione delle primarie; oppure accettare il consiglio che arriva dalle principali correnti che la sostengono, quelle di Dario Franceschini e Andrea Orlando: e cioè rimandare il congresso a dopo le politiche, anche se il suo mandato scadrà a marzo 2027, prima della sfida a Meloni. In questo caso, sarà sempre la segretaria a fare le liste dem, ma con un maggiore tasso di condivisione con le correnti, e dunque con una minore forza contrattuale.
La segretaria non ha ancora preso una decisione: lo farà dopo aver visto i risultati delle ultime tre regioni al voto, in questa tornata autunnale che, dopo la sconfitta nelle Marche, può finire al massimo in un pareggio: 3 a 3. Il sogno della spallata a Meloni è già archiviato, ora però bisogna valutare il numero dei voti del Pd e della coalizione. La segretaria è consapevole dei rischi e delle opportunità delle due opzioni, ma anche del fatto che, se congresso sarà, non si potrà andare oltre Pasqua 2026. Dopo c’è il referendum costituzionale sulla giustizia e l’inizio della campagna elettorale, la madre di tutte le battaglie.
È un fatto però che, dopo due anni di calma (quasi) piatta seguita allo choc della vittoria di Schlein, le anime Pd si sono rimesse in movimento: venerdì scorso l’incontro della destra dem a Milano, con Guerini e Picierno, che ha sancito il divorzio da Bonaccini in nome del «riformismo» (tradotto: riarmo, Ucraina, atlantismo e moderatismo sul piano sociale). A fine novembre l’evento delle tre correnti che hanno sostenuto Schlein a Montepulciano: tre giorni di dibattiti che hanno l’obiettivo di «costruire e allargare la maggioranza che sostiene la segretaria», spiegano gli organizzatori che fanno riferimento alle correnti di Franceschini, Orlando e gli ex Articolo 1 di Roberto Speranza. ù
Ci saranno relazioni di Gianrico Carofiglio e Michela Ponzani, tra gli ospiti il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. «Non nasce nessun correntone», spiegano. «Ogni area mantiene la sua autonomia, ma vogliamo organizzare il campo della maggioranza Pd, e sostenere la linea della segretaria, dalla questione sociale all’alleanza col M5S». Insomma, se da Milano l’eurodeputato Giorgio Gori ha detto che «questo Pd è troppo di sinistra», quelli di Montepulciano rispondono che va bene così. E preparano un documento per l’assemblea nazionale di dicembre da mettere ai voti: in modo che la linea sia chiara, dalla politica estera alle alleanze alle priorità programmatiche.
Schlein è stata invitata e ha fatto sapere che sarà all’appuntamento in Toscana, anche se la tre giorni ha (anche) il sapore di una rivendicazione da parte di dirigenti che, pur avendola sostenuta, non sono poi entrati nel cerchio magico con cui la segretaria prede le decisioni. Oltre all’esigenza di mettere mano al partito, «tema troppo trascurato finora». Sono stati invitati anche esponenti del Pd che negli anni si sono avvicinati alla leader: da Gianni Cuperlo a Matteo Orfini, Goffredo Bettini, Nicola Zingaretti e gli ex lettiani guidati da Anna Ascani e Marco Meloni. Un invito che punta ad allargare la maggioranza, ma l’evento è stato solo dalle tre correnti, senza consultarsi con gli altri.
Orfini non andrà per impegni precedenti, gli altri stanno alla finestra. Secondo il nascente «correntone» il congresso anticipato non deve tenersi «Dobbiamo concentrarci sul programma e sulla coalizione», il messaggio inviato a Schlein. «Fidati di noi». Lei si fida, ma non troppo. Sa che solo con una nuova incoronazione del popolo delle primarie avrebbe mano libera nell’ultimo anno di legislatura, e questo vuol dire fare le liste e chance di essere la leader del centrosinistra. Per ora ascolta. E rilette sulla mosse da fare.





