
Xenos: quando la cultura interroga e la politica non ascolta
12 Ottobre 2025Dietro i numeri positivi del bilancio 2024 restano servizi fermi, partecipate stanche e una visione che manca.
Ci sono numeri che non dicono la verità, o almeno non tutta. Il bilancio consolidato 2024 del Comune di Siena è uno di questi.
Sulla carta, la città chiude l’anno con un utile di 970.132 euro. Un segno più, dopo due anni di perdite. Ma quel più, a ben guardare, non racconta un miglioramento reale: racconta solo una diversa combinazione di fattori contabili, entrate straordinarie e risultati di partecipate che vivono di alti e bassi.
In altre parole, Siena è “in utile”, ma non sta meglio.
Rispetto al 2023, il bilancio migliora di quasi dieci milioni di euro. I ricavi complessivi del gruppo comunale — cioè Comune più aziende partecipate — sono saliti a 138 milioni, sei in più dell’anno precedente. I costi, invece, sono aumentati di poco, appena mezzo milione. Da qui l’apparente equilibrio: entrano più soldi di quanti ne escano.
Ma dove sono andate davvero queste risorse? Non tanto nei servizi, quanto nella gestione finanziaria e straordinaria: interessi, proventi, rettifiche e contributi una tantum. Insomma, non nella scuola, non negli anziani, non nelle manutenzioni. Il bilancio sorride, ma la città resta ferma.
Il gruppo comunale comprende dieci enti e società: da ASP Città di Siena, che gestisce i servizi sociali e l’assistenza, alla Biblioteca degli Intronati, da Sigerico, che si occupa di mobilità e parcheggi, a Siena Jazz, fino alla Fondazione Santa Maria della Scala.
E qui la fotografia si fa nitida. L’ASP, che gestisce l’assistenza agli anziani, resta in sofferenza: dopo la perdita di 600 mila euro nel 2023, non ci sono segnali di risanamento strutturale. I costi crescono più dei ricavi, e la domanda sociale aumenta.
Sigerico, che nel 2023 aveva registrato un utile di 579 mila euro, nel 2024 scende a 291 mila. Dimezzato. Eppure continua a versare al Comune oltre 2,5 milioni di euro fra canoni e contributi: una società spremuta per far quadrare i conti dell’ente, a scapito della sua capacità di investimento.
Siena Jazz, invece, va in controtendenza: supera gli 800 mila euro di utile, grazie a progetti finanziati, fondi PNRR e nuove attività. È la dimostrazione che dove c’è progettualità e visione, anche la cultura può creare valore. Il resto del gruppo — Train, Siena Casa, Terrecablate — rimane più o meno stabile, senza slanci né tracce di una strategia comune.
Il gruppo comunale di Siena ha oggi debiti per 85,7 milioni di euro, due milioni più dell’anno scorso. E, contemporaneamente, tiene in pancia quasi 79 milioni di euro di contributi per investimenti: soldi già ricevuti, ma che non si sono ancora trasformati in opere. Sono risorse “ferme”, che migliorano il bilancio solo finché restano sulla carta.
Tradotto: la città ha già incassato i fondi, ma i cantieri non avanzano. E finché non si traducono in progetti concreti — scuole ristrutturate, strade rifatte, servizi moderni — quei milioni restano promesse.
Il cuore vero del problema è sociale. Le case di riposo, i servizi per anziani e disabili, l’assistenza sul territorio: tutto pesa sulle spalle dell’ASP, che però fatica a reggere. La popolazione invecchia, i costi crescono, i fondi pubblici non bastano. Il risultato è una rete sociale sotto pressione, dove il Comune spesso copre i buchi senza affrontare la questione strutturale: chi e come gestirà l’assistenza nei prossimi dieci anni?
Nelle relazioni di bilancio non ci sono numeri chiari su scuola, nidi e manutenzioni. Si parla di contributi regionali per le scuole paritarie, ma non di risorse per le strutture comunali. Né si capisce quanto sia stato speso per l’edilizia scolastica o per il sostegno alle famiglie. È come se la parte più “umana” del bilancio — quella che tocca direttamente i cittadini — fosse rimasta fuori dal quadro economico.
Ci si potrebbe accontentare dell’utile e dire: “Siena è tornata in equilibrio”. Ma sarebbe un errore. Perché la perdita e l’utile sono solo due facce della stessa debolezza. Quando si perde, è perché si spende senza visione. Quando si guadagna, è perché si taglia o si rinvia.
Il vero problema è che Siena continua a gestire i conti senza un progetto comune, come una somma di bilanci scollegati: Comune, ASP, Sigerico, Santa Maria della Scala, ognuno per conto proprio.
Per rendere il bilancio più di una somma di cifre, servono tre cose: trasparenza vera, per capire dove finiscono i soldi voce per voce; partecipate forti, non spremute; e soprattutto capacità di spesa, per trasformare i milioni già stanziati in lavori finiti, scuole sicure, strade curate, cultura viva.
Solo allora l’utile avrà senso, e la perdita farà paura per il motivo giusto.
Siena oggi è in utile. Ma non cresce. E finché il bilancio sarà solo un esercizio di contabilità, e non uno strumento di sviluppo, i numeri continueranno a cambiare — senza che cambi nulla.