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Azioni a pochi centesimi per attirare gli investitori Mps prova a salvare l’aumento
24 Agosto 2022
News, press
25 Agosto 2022di Matteo Cimardi e Vanni Griccioli
“Serve una maggiore (migliore ndr.) promozione di cosa è il Palio di Siena, da realizzare nei Paesi esteri. Per la Carriera dell’Assunta non abbiamo raggiunto il tutto esaurito nelle strutture alberghiere del territorio. È un’occasione persa perché quello doveva essere l’obiettivo, un traguardo già tagliato molte volte in passato”. È con queste parole che esprime tutta la sua preoccupazione la presidente di Federalberghi, Rossella Lezzi. Dopo due anni di stop causa pandemia, ci si aspettava una maggiore affluenza di turisti nella nostra città per i giorni del Palio. La cosa più allarmante, continua Lezzi, è che “abbiamo riscontrato che tanti stranieri che erano a Siena nei giorni scorsi non sapevano esattamente cosa fosse il Palio”; ciò denota “non è stata fatta all’estero una adeguata comunicazione e promozione della nostra Festa. Questo è un aspetto da non sottovalutare e sul quale dovrebbe ora essere messa la giusta attenzione”.
Non possiamo che trovarci d’accordo con queste affermazioni. Manca una visione e una progettualità complessiva della città, di conseguenza la comunicazione risulta poco efficace. Questa amministrazione ha lavorato davvero poco per curare l’immagine di Siena agli occhi del visitatore. Giusto spostare la trasmissione della Carriera dalla Rai a La7, con dubbi sui benefici. La comunicazione del Palio va completamente rivista, anzi, a dirla tutta andrebbe proprio progettata da capo, dato che negli ultimi anni è stata proprio assente. Solo comunicando correttamente possiamo proteggere e difendere la nostra Festa, allontanando così la valanga di fake news che puntualmente ci sommergono nei 4 giorni.
Ma il turismo non è solo Palio. È necessario incentivare i viaggiatori a visitare la nostra città anche in periodi dell’anno meno consoni, lontani dalle solite festività.
Bisogna investire nel “brand Siena”: analizzare i valori, i punti di forza e quelli di debolezza, far emergere il valore identitario della città e del territorio per poi cucire addosso una campagna comunicativa ben mirata. Paradossalmente la pandemia potrebbe esserci venuta incontro perché, oggi più di ieri, i turisti preferiscono passare qualche giorno in posti a misura d’uomo, lontano dal caos, dalla folla e dall’inquinamento delle grandi metropoli. È il turismo lento e sostenibile la chiave di volta, accompagnato dal buon cibo, dalla cultura e dall’arte, e ultima, ma non per importanza, una sinergia propositiva con lo splendido territorio che ci circonda. Pensiamo al Chianti, alle Crete, alla Val d’Orcia, Montalcino, Montepulciano, o alle attività che possiamo promuovere come il cicloturismo e le escursioni nella natura più incontaminata. I turisti non devono più vagare per il centro storico senza una meta, devono anzi essere già consapevoli delle esperienze che andranno a vivere nel nostro territorio. Siena ha le carte in regola per poter dire tanto, ma in questo momento, le carta, sono nelle mani sbagliate.