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25 Ottobre 2023A GENOVA
Pesano le norme su asili, Pui e le multe sul non rispetto delle scadenze dei lavori Il sindaco di Bari al ministro Fitto: «Gli esami li abbiamo superati». Il capo dello Stato accredita i timori dei primi cittadini: chiedete l’attenzione dovuta
Al via tra frizioni l’assemblea Anci. Il presidente Decaro: «La fiducia si è incrinata» dopo i fondi Ue spostati. Ed evoca l’allarme sociale Meloni prova a rassicurare: soldi ridestinati per metterli al sicuro. Mattarella: Pnrr cruciale, Comuni trattati «come pronto soccorso»
PAOLO VIANA Della quarantesima assemblea Anci resterà certamente un ricordo. L’immagine del ministro Fitto «dietro la cattedra, col dito puntato ». Un incubo ripescato dai ricordi scolastici dal presidente dei Comuni italiani, che rappresenta bene il gelo dei rapporti tra governo e sindaci sul Pnrr. Inaugurando la 40esima assemblea, a Genova, Antonio Decaro ha detto che dopo la decisione dell’esecutivo di «spostare i soldi europei dai programmi che interessano i Comuni c’è stato un momento in cui la fiducia istituzionale si è incrinata».
Colpa della “guerra” sugli asili nido, della battaglia sui Pui-Piani urbani integrati (spuntata dai Comuni), ma soprattutto della «nuova norma sanzionatoria » che ribalterebbe sulle finanze comunali il mancato rispetto delle scadenze del piano. « Approfitto per dire al ministro di stare tranquillo perché abbiamo studiato, gli esami li abbiamo superati!» ha esclamato Decaro e il suo affondo è subito parso a tutti più duro del previsto. Al punto che la premier Giorgia Meloni (in videocollegamento) ha cercato di ridimensionare la portata della revisione «non sottrae risorse, ma sposta alcuni investimenti su altre fonti di finanziamento; lo abbiamo fatto per metterli in sicurezza» – ma, soprattutto, il capo dello Stato si è prodigato a richiamare le istituzioni alla collaborazione: «Centrare gli obiettivi del Piano è, in tutta evidenza, un traguardo a cui istituzioni, imprese, forze sociali sono chiamate a cooperare con il massimo impegno».
In realtà, Mattarella ha accreditato le preoccupazioni dei sindaci. Al primo cittadino di Bari, che aveva appena finito di dire «ci siamo sentiti sul banco degli imputati pur sapendo di aver fatto di più e meglio degli altri», sottolineando che «se fossimo davvero inefficienti, non saremmo da anni il primo comparto per investimenti nel Paese», il presidente ha “risposto” così: «Avete orgogliosamente rivendicato di aver svolto fin qui i compiti che vi erano stati assegnati, e di aver rispettato le tappe previste. E chiedete – com’è bene – l’attenzione dovuta». Anche perché
ha detto Mattarella – «ai Comuni è chiesto, spesso, di intervenire come pronto soccorso, di decidere in fretta, senza avere certezza delle risorse necessarie ad affrontare le emergenze».
Il fossato Anci-governo, aperto proprio un anno fa, allorquando l’esecutivo contestò lo stato di avanzamento dei progetti affidati agli enti locali (40 miliardi su 191) e ampliato dalla revisione, è dunque ancora largo ed infatti il presidente dei Comuni, tornando sulla sanzione dei ritardi ha parlato addirittura di «norma ad comunem… » Ma se sugli asili nido è scoppiata la guerra – «noi quei posti che abbiamo promesso alle bambine e bambini li porteremo a casa», ha promesso Decaro e sui Pui doveva esserci la tregua, «a rischio ci sono anche altre opere pubbliche, come quelle per la rigenerazione urbana o le famose “Piccole e medie opere” per un valore di 6 miliardi di euro», ieri il presidente dell’Anci è arrivato a minacciare che «se insisteranno a togliere la copertura dei fondi Pnrr europei a questi progetti, noi non molleremo la presa finché non ci metteranno per iscritto da quali altri fondi prenderanno i soldi per realizzarle». In realtà, sotto il fuoco degli asili nido e delle sanzioni c’è altra brace pronta a incendiarsi: l’Anci ha chiesto di portare al 30% le anticipazioni di cassa p e r l e i m p re s e c h e s i ag g i u d i ca n o i l avori perché l’attuale 10% non basta e di pagare rapidamente le spese rendicontate «sennò rischiamo che alcuni Comuni vadano in crisi di liquidità». Soprattutto, la prospettiva di nuovi tagli, introdotti dalla legge di Bilancio, fa paura ai sindaci, che lanciano un allarme sociale. « Alcune scelte politiche – come la trasformazione del reddito di cittadinanza e il definanziamento del sostegno agli affitti – si riflettono immediatamente sulla vita delle persone e subito dopo sui servizi sociali comunali, già gravati da una pressante e crescente richiesta di aiuti », ha dichiarato Decaro. Appelli che il capo dello Stato ha accolto riconoscendo il ruolo centrale dei Comuni nella fisiologia dello Stato repubblicano: «I Comuni sono il primo banco di prova della vitalità di una democrazia e sarebbe un errore privilegiare scorciatoie su questo terreno». Secondo Mattarella «la vitalità che caratterizza il rapporto tra le persone e i Comuni indica che va perseguita con ostinazione la strada del sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini, elemento certamente non secondario di legittimazione. Anche per contrastare la preoccupante tendenza al disimpegno elettorale». Un riconoscimento che ha dato il destro a Decaro di punzecchiare il governo: « Non sarà che qualcuno ha paura dei sindaci?».