«No, significa no. Non può esserci vera uguaglianza senza libertà dalla violenza», ha detto ieri Ursula Von der Leyen nel suo discorso all’Eurocamera. Eppure anche ieri la cronaca italiana riporta una sfilza di notizie di violenza sessuale.

Una ragazza di 14 anni stuprata lo scorso luglio durante una festa di paese in Alto Adige da due uomini che prima avevano molestato un’altra ragazza. A Napoli una 41enne columbiana è stata violentata da 4 uomini in pieno giorno. A Torino è successo ad una giovane escort sequestrata da un cliente.

E poi c’è l’incredibile violenza subita da una minorenne dalla famiglia a cui era stata affidata, dopo aver subito soprusi nella famiglia d’origine. La giovane, rimasta incinta dell’uomo che avrebbe dovuto farle da padre, non è stata creduta quando ha denunciato. E oggi, a 41 anni e madre di quel bimbo frutto della violenza, dopo una lunga battaglia legale, tramite il suo avvocato si rivolge al Guardasigilli Nordio chiedendo «una ispezione alla Procura di Siena di tutti i fascicoli relativi alla vicenda» e annuncia: «Farò seguire atti formali al Ministro».

L’avvocato ha rivelato che l’allora minorenne venne affidata a una coppia di coniugi che successivamente sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Milano con le accuse di riduzione in schiavitù e stupro aggravato e continuato sulla ragazza. Il padre affidatario l’avrebbe costretta a subire anche una infibulazione in una sorta di “rito satanico”. Ieri Stefania Ascari (M5s) ha depositato sul caso un’interrogazione parlamentare.

Mentre il 10 ottobre l’aula della Camera esaminerà il ddl contro la violenza sulle donne di cui il governo ha chiesto la deliberazione di urgenza.