
Toscana e sviluppo quali sono le idee?
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Le elezioni regionali mettono a confronto tre visioni di sviluppo, nate da letture diverse delle fragilità strutturali della Toscana.
Eugenio Giani propone una “Toscana diffusa” fondata su infrastrutture, coesione territoriale e sostegno ai settori produttivi tradizionali, con l’obiettivo di unire crescita e inclusione. Al centro del programma ci sono le grandi opere — Tirrenica, Alta Velocità, Darsena Europa — accanto al rilancio della manifattura, del turismo sostenibile e dell’artigianato. L’idea è quella di una regione che cresca in modo equilibrato, sostenuta da formazione, ricerca e transizione ecologica. Ma la visione rischia di restare più amministrativa che strategica, senza un vero salto verso l’innovazione.
Antonella Bundu, con Toscana Rossa, mette al centro il ruolo del pubblico nella pianificazione economica, la transizione energetica e la giustizia sociale. Il suo programma punta su comunità energetiche, rifiuti zero, logistica ferroviaria e rigenerazione urbana guidata dagli enti locali. È una visione che propone un cambio di paradigma: meno spazio al profitto privato, più intervento pubblico nella produzione e nei servizi. Ma il progetto appare ideologicamente forte, ma economicamente fragile, senza una chiara definizione di strumenti e risorse.
Alessandro Tomasi, candidato del centrodestra, concentra la sua proposta su attrazione di investimenti, semplificazione normativa e rigenerazione delle aree industriali. L’obiettivo è rendere la Toscana più competitiva e veloce, riducendo vincoli e burocrazia, valorizzando ricerca, formazione e infrastrutture digitali. Ma il rischio è che la ricetta trasformi la semplificazione in deregolamentazione, sacrificando lavoro e ambiente.
Tre prospettive differenti che rispondono a sfide comuni: come rilanciare la produttività senza accrescere le disuguaglianze, come rendere sostenibile la transizione ecologica e come far dialogare innovazione, lavoro e territorio in una regione che vuole restare all’avanguardia ma non ha ancora trovato la sua direzione.
Commento a Roberto Barzanti (Corriere Fiorentino, 6 settembre 2025)
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