
Digest, 6 ottobre 2025
6 Ottobre 2025
Toscana al voto: tre visioni per lo sviluppo di una regione in cerca di equilibrio
6 Ottobre 2025
Questo fine settimana si vota per le elezioni regionali toscane. Ed è necessario approfondire i programmi dei tre candidati con la lente dello sviluppo economico, dato che la produttività del sistema — dopo un rimbalzo post Covid — decresce costantemente, al pari dei salari. Oltre il 60% dell’occupazione regionale è concentrata in settori con bassi salari e negli ultimi 3 decenni le aziende ad alta intensità di capitale sono diminuite del 5,1%. Gli sfidanti del governatore uscente Eugenio Giani propongono ricette che prevedono l’utilizzo di nuovi modelli, mentre il presidente ricandidato punta a completare i progetti avviati. Il centrodestra di Alessandro Tomasi punta a frenare la deindustrializzazione e a rilanciare la competitività della Toscana attraverso attrazione di investimenti e sburocratizzazione. Urbanistica più flessibile, rigenerazione delle aree industriali dismesse e infrastrutture — logistica, collegamenti, digitale — sono i cardini di una proposta che intende rendere la Toscana più veloce e attrattiva. Di segno opposto il programma di Toscana Rossa con Antonella Bundu, che rivendica un ruolo forte del pubblico nella pianificazione economica. Transizione energetica, rifiuti zero, logistica ferroviaria e rigenerazione urbana guidata dagli enti locali sono i pilastri, al centro la giustizia sociale e il bene comune. Eugenio Giani propone invece la sua «Toscana diffusa», in cui crescita e inclusione camminino insieme. Le infrastrutture come Tirrenica, Alta Velocità e Darsena Europa sono considerate strumenti di sviluppo e coesione. Accanto a esse, sostegno alla manifattura, al turismo sostenibile, all’agroalimentare e all’artigianato.
eugenio giani (centrosinistra)
Infrastrutture, borghi e rinnovabiliUna visione di continuità «diffusa»
Il miglior attacco è la difesa, soprattutto quando si arriva da 5 anni di governo. Il ricandidato del centrosinistra, Eugenio Giani, rivendica per questo una visione in continuità. La ricetta di sviluppo dovrebbe coniugare per lui crescita e inclusione. «Voglio una Toscana che unisca la forza delle radici al coraggio del futuro — spiega —, una regione diffusa in cui ogni territorio e ogni comunità abbiano pari diritto di sentirsi parte di un progetto comune». Il programma del campo largo — dal M5S a Italia Viva — sconta tuttavia la difficoltà di una definizione nitida per la diversità delle idee politiche che fanno parte della coalizione. In questo contesto è la visione dello stesso Giani a guidare la proposta, con il tema delle infrastrutture, definite la «spina dorsale» della crescita, in primo piano. La Tirrenica, l’Alta velocità, i collegamenti stradali e la Darsena Europa non vengono presentati solo come opere materiali ma come strumenti per connettere persone e territori, generare occupazione e rafforzare la centralità della Toscana in Italia e in Europa. Sulla prima strada, nonostante i tentativi molteplici, i progetti sono in salita, mentre negli ultimi due anni la rete ferroviaria ha avuto un primo scossone con l’avvio del cuore di molti dei lavori di realizzazione e adeguamento. Accanto agli investimenti nelle grandi reti, Giani insiste sul sostegno al tessuto produttivo che innova: transizione ecologica e digitale, manifattura di qualità, agroalimentare, turismo sostenibile e artigianato come marchi di fabbrica dell’identità regionale. «I giovani devono trovare qui le loro opportunità — sottolinea — grazie a poli universitari e centri di ricerca più forti e a una formazione tecnica e professionale che accompagni davvero verso il lavoro». Rigenerazione urbana e valorizzazione dei borghi rappresentano un altro tassello della proposta. Sul fronte energetico, la prospettiva è di accelerare sulle comunità energetiche e sulle rinnovabili, considerate la chiave per una Toscana più verde e più giusta. «La strada è chiara — conclude Giani —: una regione più forte, competitiva e inclusiva, che cresce tutta insieme, con orgoglio e con passione». Ma sul fronte della grande manifattura e dei distretti il campo largo afono sconta forse una eccessiva pluralità di voci.
antonella bundu (toscana rossa)
Per una guida tutta pubblica, dalla precarietàalle rinnovabili Per una guida tutta pubblica, dalla precarietàalle rinnovabili
All’arrembaggio del campo largo, da sinistra. Al centro del programma di Toscana Rossa ci sono una serie di proposte che nascono dalla lotta dei partiti che ne fanno parte — dall’universo di Rifondazione a Potere al Popolo — sui fronti caldi del lavoro sottopagato e precario. Le rivendicazioni della formazione guidata da Antonella Bundu, dalle manifestazioni per la Gkn sino a quelle del distretto pratese della moda, trovano sfogo nella proposta di un’economia regionale in cui il pubblico torni a svolgere un ruolo da protagonista, non solo di controllo ma nella produzione e nella pianificazione. «Chi vive del proprio salario è la parte debole del sistema economico — dice Bundu — e le istituzioni devono stare dalla sua parte, garantendo servizi e infrastrutture utili anche alle imprese, senza lasciare la pianificazione al profitto privato». Forte attenzione alla transizione energetica: Toscana Rossa teorizza le comunità energetiche diffuse, la realizzazione di impianti rinnovabili pubblici su aree comunali e un piano per superare le rendite fossili. Forte critica al rigassificatore di Piombino, indicato come esempio di scelte calate dall’alto e dannose per il territorio. Per Bundu lo sviluppo economico regionale deve ripartire da un cambio di paradigma. La coalizione rivendica un modello alternativo anche nella gestione dei rifiuti: no ai termovalorizzatori (che non sono previsti nemmeno nell’attuale piano, ndr ), sì a investimenti nel «rifiuti zero», guardando all’esperienza di Capannori. Capitolo formazione: Bundu contesta l’attuale sistema, accusato di inseguire i dati statistici e di subordinarsi alle imprese. «La scuola deve formare cittadini consapevoli, non manodopera». Per infrastrutture e logistica, priorità a trasporto ferroviario locale e merci, meno Alta velocità e meno traffico su gomma. Le risorse per la sicurezza del territorio e la rigenerazione urbana devono essere considerate investimenti e non spese. Infine la digitalizzazione: troppe frammentazioni e potere eccessivo dei grandi player globali. Serve, secondo Toscana Rossa, una regia pubblica che coordini e pianifichi. In sintesi, per Bundu lo sviluppo deve passare dalla guida pubblica, ma non è chiaro come il pubblico possa riprendersi questo ruolo guida.
alessandro tomasi (centrodestra)
Basta vincoli, anche in urbanisticaE un cambio di rotta sui rifiuti
La sfida del centrodestra è quella di rendere credibile una proposta di cambiamento che si basi su una cultura di governo, a fronte del fatto che la coalizione non abbia mai avuto questo ruolo a livello regionale in Toscana. Anche per questo il candidato Alessandro Tomasi, sindaco FdI di Pistoia, cerca di trasferire la sua esperienza amministrativa in un progetto che dal punto di vista dell’economia si fonda su un binomio: attrarre investimenti e semplificare il sistema. Il centrodestra come da tradizione sogna una regione meno legata, più veloce e competitiva, capace di valorizzare le proprie eccellenze e di offrire un futuro a chi oggi cerca lavoro altrove. La priorità contenuta nelle proposte di governo è fermare la deindustrializzazione e rendere la regione un luogo attrattivo per nuovi investimenti. «La Regione non può limitarsi ai tavoli di crisi — spiega Tomasi — ma deve agire in tempo di pace, favorendo ricerca, formazione e connessione con il mondo del lavoro». Fra i punti principali, la revisione della legge urbanistica regionale 65/2014, nota come legge Marson, accusata di frenare la produzione. L’obiettivo è rigenerare aree industriali dismesse e garantire tempi certi agli investitori, senza però consumare nuovo suolo. Centrale anche la sburocratizzazione: abbattere i troppi vincoli che ostacolano l’accesso ai bandi e pesano soprattutto sulle piccole e medie imprese, spina dorsale del tessuto economico toscano. Le infrastrutture sono un altro capitolo chiave: Tomasi parla di accelerare su logistica, collegamenti e infrastrutture digitali, essenziali per superare l’isolamento di intere aree produttive. «Sono decenni che se ne discute senza risultati — sottolinea il candidato —, adesso è il momento di agire». Formazione e ricerca sono considerati la base della crescita: investire su competenze innovative e collegare meglio università e imprese per creare nuove opportunità, soprattutto per i giovani che oggi lasciano la regione. Uno dei punti più sensibili è poi la gestione dei rifiuti: la «mancanza di impianti adeguati» farebbe infatti lievitare la bolletta per famiglie e imprese. Il centrodestra propone di chiudere il ciclo in Toscana, riducendo costi e dipendenza dall’esterno. Ma i sindaci di centrodestra saranno pronti a ospitare gli impianti?
Commento a Roberto Barzanti (Corriere Fiorentino, 6 settembre 2025)
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