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5 Settembre 2025A Parigi si è tenuto un vertice dei “Volenterosi”, quella coalizione di paesi europei che da mesi discute di come garantire sicurezza all’Ucraina. L’idea è ambiziosa: schierare tra i 25 e 30 mila soldati di dieci nazioni diverse sul territorio ucraino, con il supporto di altri paesi che fornirebbero intelligence e addestramento.
Si tratterebbe di una “forza di rassicurazione” che dovrebbe scoraggiare future aggressioni russe. Uno scudo umano la cui presenza renderebbe chiaro a Mosca che un nuovo attacco significherebbe combattere contro una coalizione molto più ampia. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di “un piano piuttosto preciso” e di una “chiara tabella di marcia”.
Ma l’Europa appare tutt’altro che unita. La coalizione è divisa in tre gruppi: Gran Bretagna e Francia pronte a inviare truppe, Italia, Spagna e Polonia contrarie al dispiegamento, e paesi esitanti come la Germania. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha smentito von der Leyen in meno di mezza giornata, affermando che “l’Unione Europea non ha competenze quando si tratta di dispiegare truppe”. Giorgia Meloni si è dichiarata perplessa, preferendo un coinvolgimento dell’articolo 5 della NATO.
Il vero punto interrogativo rimane Washington. Trump non ha preso misure concrete per fare pressione su Mosca, e la sua amministrazione ha sospeso in più occasioni gli aiuti militari all’Ucraina. Il rappresentante speciale Steve Witkoff ha lasciato la riunione dopo soli 20 minuti, segnale poco incoraggiante per la cooperazione transatlantica.
Il problema principale è che la coalizione funziona solo se c’è pace. Senza un cessate-il-fuoco, schierare 30 mila soldati europei significherebbe entrare in guerra con la Russia. È un circolo vizioso: per avere la pace serve il dispiegamento delle truppe, ma per dispiegare le truppe serve prima la pace. La presenza europea funzionerebbe come deterrente solo in tempo di pace, non come forza militare capace di fermare i 640 mila soldati russi sul campo.
La Russia ha già chiarito che non accetterà truppe straniere in Ucraina “in nessun formato”, definendo qualsiasi intervento “fondamentalmente inaccettabile”. Per il Cremlino rappresenterebbe una linea rossa invalicabile.
Secondo analisti europei, l’Europa sta “gonfiando le guance nel tentativo di presentarsi come garante” ma si tratta di una strategia vuota. Il rischio è che i “Volenterosi” rimangano solo parole, teatro diplomatico che maschera l’incapacità di trovare soluzioni efficaci.
L’incontro di Parigi ha mostrato buone intenzioni ma anche contraddizioni profonde. Il progetto dipende da troppe variabili: accordo europeo, supporto americano, cessate-il-fuoco russo e accettazione di Mosca. Per ora rimane quello che è sempre stato: un’idea ambiziosa sulla carta, lontana dalla realtà sul campo.