Mediobanca e MPS: un nuovo equilibrio
29 Ottobre 2025
Sinergia a senso unico
29 Ottobre 2025di Pierluigi Piccini
Ci sono parole che, a forza di essere ripetute, rischiano di perdere il loro significato. “Sinergia” è una di queste.
Il protocollo d’intesa firmato tra il Comune di Siena e la Camera di Commercio Arezzo–Siena ne fa largo uso, come se bastasse pronunciarla per costruire cooperazione, equilibrio, sviluppo. Ma la realtà amministrativa e territoriale è più complessa, e il documento la semplifica fino quasi a cancellarla.
L’accordo — 70mila euro in tutto, metà Comune e metà Camera — finanzia nove iniziative già note: Mercato nel Campo, Natale a Siena, Vivi Fortezza, Siena Awards, il Premio Fedeltà al Lavoro, la promozione del vino e dell’olio.
Un elenco ordinato e rassicurante, ma anche il segno di una politica culturale e turistica ancora legata a un modello di eventi, non a una visione.
Il linguaggio parla di “territorio”, ma il territorio è in realtà uno solo: Siena e il suo immediato circondario.
Eppure, la Camera di Commercio che firma l’intesa rappresenta due province e cinque Ambiti Turistici riconosciuti dalla Regione Toscana: Terre di Siena, Amiata, Val d’Orcia, Arezzo e Valli, Val di Chiana–Valdarno.
Solo il primo è coinvolto nel protocollo. Gli altri restano fuori, come se non esistessero.
Una scelta che produce un’ambiguità di fondo: un ente interprovinciale che investe su un ambito locale, senza chiarire se quella senese debba essere una sperimentazione o una corsia preferenziale.
L’assenza più vistosa è quella dell’Amiata, che pure rappresenta una parte viva dell’economia camerale: manifattura, energia, turismo naturale, innovazione.
Nessun progetto, nessuna menzione, nessuna prospettiva di collaborazione.
Un vuoto che pesa, e che conferma la tendenza a concentrare risorse e visibilità dove c’è già centralità, lasciando le aree interne in un ruolo marginale, quando non ornamentale.
Il problema non è solo di equità territoriale, ma di coerenza istituzionale.
La legge regionale 61/2024 ha stabilito che le politiche turistiche devono passare dagli Ambiti, non dai singoli Comuni.
Questo significa che le strategie di promozione dovrebbero nascere da piani condivisi tra territori omogenei, coordinati con la Regione e con Toscana Promozione.
Il protocollo, invece, riporta tutto dentro la vecchia logica: il Comune come centro, la Camera come sponsor, gli altri territori come comparse.
Eppure, proprio la Camera di Commercio avrebbe oggi il potere — e la responsabilità — di ricucire il mosaico: mettere in rete gli Ambiti, sostenere l’Osservatorio turistico come luogo di conoscenza comune, promuovere un marchio territoriale che unisca città e montagna, cultura e impresa.
Un protocollo del genere avrebbe senso, e sarebbe davvero “sinergico”.
Per ora, l’intesa firmata è un passo utile, ma insufficiente.
Segna la volontà di collaborare, ma non ne definisce i confini né i destinatari.
Siena resta al centro, Arezzo sullo sfondo, l’Amiata ai margini.
Se la “rinascita” evocata nelle dichiarazioni dovrà essere reale, non potrà che partire da una visione diversa: quella di un territorio intero, non di un’isola felice che continua a guardare se stessa.





