Al Servizio sanitario nazionale servono subito 30 mila medici e infermieri per non collassare. E per frenare la fuga degli operatori verso il privato – 5 mila solo nel 2021 – occorrono una maggiorazione delle retribuzioni dei professionisti che contribuiscono ad abbattere le liste d’attesa, oltre alla flat tax al 15% per le prestazioni extra e per i turni aggiuntivi. Sono tutte le aziende sanitarie italiane questa volta a chiedere al governo interventi radicali – a partire dall’eliminazione del tetto di spesa per il personale, che risale al 2004 – per evitare il tracollo dell’ormai stremato sistema pubblico. Richieste arrivate ieri da Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, la federazione che riunisce le aziende sanitarie e quelle ospedaliere, durante la convention nazionale “Cambiamo rotta per il futuro della sanità pubblica”. La situazione in cui versa il Ssn è destinata oltretutto ad aggravarsi. Entro il 2025, in sette anni, Fiaso ha calcolato che saranno andati in pensione oltre 54 mila medici. Uscite che è impossibile compensare.
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