Bergoglio omofobo e trash: «C’è troppa frociaggine»
28 Maggio 2024Exclusif : rencontre avec Ali Bongo Ondimba, à Libreville
28 Maggio 2024LA MOSSA
Fratelli d’Italia scrive al presidente della Camera Fontana, chiedendogli di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, per l’invasione della «sfera legislativa» del Parlamento
Per Foti (Fdi), la sentenza di un mese fa che riapre alle gare «travalica i poteri della giustizia amministrativa».
Fi e Lega concordano Le opposizioni invece ribattono: il caos è colpa del governo. I gestori: impugneremo le pronunce
Roma
La mossa è di quelle che sparigliano e, inevitabilmente, danno adito a polemiche. Nella nuova puntata della telenovela politico- giudiziaria sulle concessioni degli stabilimenti balneari, protagonista è il partito della premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, a cui non è andata giù la sentenza del Consiglio di Stato che, un mese fa, ha deciso il via libera alle gare, definendo non corretto il regime di deroghe/ proroghe e ritenendo che la risorsa spiaggia sia «scarsa» (al contrario della tesi sostenuta dal governo nella sua mappatura, inviata a Bruxelles e addotta a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein). E così ieri il capogruppo di Fdi a Montecitorio, Tommaso Foti, ha inviato
una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiedendogli di sollevare presso la Corte costituzionale un conflitto d’attribuzione nei confronti del massimo organo della giustizia amministrativa.
Fdi: invase competenze del Parlamento.
«Guardiamo con preoccupazione all’ultima pronuncia del Consiglio di Stato – ha spiegato lo stesso Foti in una nota -, laddove in più punti essa sembra travalicare i poteri della giustizia amministrativa finendo con l’invadere la sfera legislativa propria del Parlamento». Per il capogruppo di Fdi, il Consiglio – oltre a ribadire la propria competenza non solo in ordine all’«obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie» – avrebbe asserito che tale disapplicazione debba avvenire «senza che ciò possa essere condizionato o impedito da interventi del legislatore». Un assunto «infondato », ritiene Fratelli d’Italia, secondo cui si «contraddice lo spirito della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una Direttiva, in questo caso la Bolkestein, venga recepita con specifiche norme di legge». Insomma, incalza Foti, «riteniamo ineludibile che sia la Corte costituzionale a pronunciarsi circa il corretto esercizio della potestà giurisdizionale». Una mossa che, spiega l’esponente di Fdi, è anchein difesa del Parlamento, «eletto direttamente dal popolo» e «che deve mantenere il diritto di poter esercitare le proprie prerogative» e le funzioni attribuitegli dalla Costituzione.
Fi e Lega: tutelare i lavoratori. L’iniziativa di Fdi viene condivisa apertamente da Forza Italia. «Foti ha fatto bene. Spetta al Parlamento emanare qualsiasi legge di applicazione della direttiva Bolkestein – argomenta Deborah Bergamini, vicesegretaria azzurra -. Il settore dei balneari è fondamentale per la nostra economia. Merita risposte certe, e dobbiamo continuare a difendere gli investimenti e il lavoro di tante famiglie». Invece il vicepremier leghista Matteo Salvini rispolvera i toni da campagna elettorale anti Bruxelles, prendendosela con «l’Europa che non ci serve. Come Lega sono convinto che occorra tutelare chi su quelle spiagge ha investito e lavorato per tanti anni».
Lo sconcerto delle opposizioni. La mossa della maggioranza suscita ironie e critiche fra le forze di opposizione: da Avs, che con Angelo Bonelli addossa al governo «la responsabilità del caos nelle spiagge» e dello «scontro con organi dello Stato», a M5s («L’esecutivo vuol passare da no alle gare a “gare truffa”», attacca Marco Croatti), fino a Italia Viva, con la coordinatrice Raffaella Paita, secondo cui «il centrodestra prende in giro gli italiani».
L’ira dei gestori. Dal canto loro, i gestori dei lidi annunciano battaglia con Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba, che confermano l’impugnazione in Cassazione della sentenza del Consiglio, «insieme ad altre due analoghe, confidando nell’annullamento ». Il tutto mentre, sottotraccia, il governo continua a trattare con la Commissione Europea.