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di Ernesto Ferrara
« Se vogliamo ricandidare De Mossi a Siena? Manco per idea. Più probabile che noi si festeggi in piazza del Campo se perde», vanno dicendo da settimane i dirigenti più navigati dei Fratelli d’Italia in Toscana. Ed è qualcosa di più di uno sfogo se è vero che salta addirittura fuori che per il sindaco uscente del centrodestra sarebbe già pronta una exit strategy, un incarico di consulenza per il governo, forse al Ministero dell’Economia. Poco da fare: il groviglio senese colpisce anche a destra. Dopo gli harakiri del Pd negli anni passati stavolta sono i rivali che governano la città del Palio dal 2018 a rischiare l’implosione. Intorno a Luigi De Mossi, l’avvocato eletto sindaco a sorpresa 4 anni e mezzo fa, non tira affatto una bella aria. Ritenuto troppo vicino a Salvini, in lite coi dirigenti locali per questioni di nomine, ora i meloniani senesi vogliono scaricarloper le elezioni del 2023. Non si è ancora capito per candidare chi. L’idea iniziale era schierare l’assessore Francesco Michelotti, che però è appena stato eletto in Parlamento. Forse Fdi potrebbe finire ad appoggiare il civico Emanuele Montomoli, medico di idee liberali già in campo. Oppure una donna di area. Sta di fatto che un certo sgomento percorre cellulari e conciliaboli dei dirigenti della destra toscana, incupendo il clima festoso del governo appena insediato: «Possibile che per una convergenza astrale irripetibile governiamo Siena che è sempre stata rossa elì ci dividiamo e rischiamo di perdere? » . Del resto che De Mossi accetti di tirarsi indietro non è detto ancora. E se si candidasse da civico e sul suo carro si tuffasse il Terzo Polo potrebbe a quel punto farcela. Il capo dei renzian- calendiani senesi è Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale, spina nel fianco del Pd. Lui vorrebbe fare il candidato sindaco per una coalizione riformista ma il Pd non ne vuole sapere. Presto Scaramelli lancerà l’idea di una corsa autonoma del Terzo Polo a Siena. Ma chissà che succederà poi con De Mossi: «Noi faremo solo il bene di Siena » dice Scaramelli che ieri in Regione ha lanciato un ultimatum al Pd sul rialzo del bollo delle auto a noleggio: « Senza di noi il Pd potrebbe non avere i numeri. Noi ci siamo. Ma i 9 milioni li diamo alle imprese per il caro bollette » . Scenario thriller per i Dem. Che a Siena con la destra spaccata in teoria avrebbero anche buone chance. Solo che il rettore Francesco Frati pare orientato a dire no alla candidatura. Mentre per l’assessore regionale Simone Bezzini sarebbe dura. A Pisa altro quadro: destra compatta sul bis di Michele Conti, nel centrosinistra si valutano Paolo Martinelli, Acli, e a sorpresa l’ex primario di malattie infettive Francesco Menichetti.