The Collection of Maximilian von Goldschmidt-Rothschild
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28 Gennaio 2023In Germania
La lettera di Benedetto XVI:
di Gian Guido Vecchi
La rivelazione al biografo: i sonniferi e la decisione dopo una caduta
CITTÀ DEL VATICANO Sono passati quasi dieci anni dalla Declaratio con la quale, l’11 febbraio 2013, Benedetto XVI annunciò la rinuncia al pontificato spiegando di essere «pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino», poiché il «vigore» necessario «sia del corpo, sia dell’animo» era «diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». Non era entrato nei dettagli ma ora, attraverso una sua lettera scritta al biografo Peter Seewald il 28 ottobre 2022, poche settimane prima della morte avvenuta il 31 dicembre, si viene a sapere che «il motivo centrale» fu la «Schlaflosigkeit», un’insonnia che lo tormentava da anni: «L’insonnia mi ha accompagnato ininterrottamente dalla Giornata mondiale della Gioventù di Colonia», e cioè dall’agosto 2005, il primo viaggio internazionale del suo pontificato.
L’anticipazione è stata diffusa dal settimanale Focus, in uscita in Germania, e confermata dallo stesso Seewald all’agenzia Kna della Chiesa tedesca: nella lettera, Joseph Ratzinger ha scritto come i «forti rimedi» che all’epoca gli erano stati prescritti dal medico personale avessero funzionato, all’inizio, e garantito la sua «disponibilità» a svolgere il suo ministero; ma con il passare del tempo i farmaci hanno «raggiunto i loro limiti», i sonniferi non funzionavano più.
La svolta avvenne durante il viaggio in Messico e Cuba, dal 23 al 29 marzo 2012, e questo era noto: il Papa era tornato sfinito e aveva maturato la propria decisione. Ma nella sua lettera racconta di avere avuto un incidente, la mattina dopo la prima notte notò che il suo fazzoletto era «completamente intriso di sangue», ha scritto: «Devo aver urtato qualcosa in bagno ed essere caduto». Un medico era riuscito a intervenire in mondo che la ferita non fosse visibile, nessuno si era accorto di nulla. Dopo l’incidente, il nuovo medico personale aveva chiesto di ridurre il consumo di sonniferi e insistito affinché Benedetto, nei futuri viaggi all’estero, apparisse in pubblico solo la mattina. Ratzinger scrive come a quel punto gli sia stato chiaro che quelle restrizioni mediche «potevano essere applicate solo per un breve periodo».
Impegni ridotti
«Le restrizioni chieste dai miei medici
si potevano applicare solo nel breve periodo»
Nel luglio del 2013 era programmato un altro viaggio internazionale di lunga durata, la Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, e Benedetto sapeva che non sarebbe stato più in grado di «affrontarlo»: di qui la decisione di dimettersi in tempo perché il nuovo Papa potesse andare in Brasile. Nella Declaratio spiegava di aver «ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio», e anche nella lettera al biografo scrive di una «riflessione sobria e ponderata». Seewald ha detto alla Kna che «Benedetto XVI non ha voluto fare clamore in vita sulle circostanze più strette delle sue dimissioni, giustificate dalla stanchezza», e di essersi risolto a rendere pubblico «il dettaglio decisivo che mi è stato affidato» perché anche dopo la morte di Ratzinger «non si sono spente le voci di ricatti e pressioni di qualche tipo esercitate su di lui».
Con buona pace dei complottisti, le cose sono andate «esattamente come le ha espresse nella sua dichiarazione di dimissioni», dice Seewald: «Spero che questo metta finalmente a tacere le teorie cospirative e le speculazioni errate». In questi anni, alcuni hanno tirato in ballo lo scandalo «Vatileaks», ma in realtà Benedetto XVI è rimasto ancora qualche mese proprio per aspettare la conclusione del processo. Del resto, nelle Ultime conversazioni scritte con Seewald, lo stesso Ratzinger aveva già smentito le voci cospiratorie: «Sono tutte assurdità. Nessuno ha cercato di ricattarmi. Non lo avrei nemmeno permesso».