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2 Marzo 2023Evento Le opere dei due maestri a Palazzo Vecchio e al Museo Novecento Risaliti: «Cercando l’assoluto entrambi hanno raggiunto l’essenziale»
Loredana Ficicchia
Ci sono strani oggetti caduti dallo spazio sulla strada dell’Home qui marche di Alberto Giacometti. Ma l’esilissima figura di bronzo che avanza nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, ne riconosce la filosofia, la stessa della sua poetica. Parliamo dei Concetti spaziali Natura di Lucio Fontana, l’altro colosso del secolo scorso cui è dedicata la grande esposizione Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto , a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti, rassegna da oggi visibile a Palazzo Vecchio, nelle sale delle Udienze e del Giglio cui si aggiunge l’imponente mostra dedicata a Lucio Fontana L’Origine du monde distribuita nei due piani del Museo Novecento. Sempre nell’ex convento delle Leopoldine rilancia la fascinazione per lo spazio l’artista Luca Pozzi, autore della mostra: The messages of gravity .
Ma qual è l’affinità tra i due giganti del Novecento? Sicuramente l’ossessione per l’invisibile. Entrambi hanno lavorato la materia privandola di ingombro, hanno tentato di rappresentare l’immateriale attraverso la materia, Giacometti l’ha logorata, Fontana l’ha forata. Per loro il mondo — spiegano i curatori — è un luogo di passaggio dove l’uomo non può che essere ossessionato dall’altrove. Grazie a prestiti provenienti da collezioni private e istituzioni, la rassegna si legge come un dialogo tra i due, esemplificato dalla grande installazione sistemata nella Sala dei Gigli dove si conserva la celebre Giuditta di Donatello. Sotto i suoi occhi le figure esilissime di Giacometti, i grossi meteoriti di forma sferica di Fontana, La signorina seduta (Fontana) in dialogo con l’Objet invisible (Giacometti). Nella sala delle Udienze, dentro la prima teca offre esauriente spiegazioni sull’ossessione per l’altrove, l’opera Groupe de trois hommes di Giacometti. Tre figure slanciate verso il cielo che col loro pesante piedistallo sprofondano all’interno della terra. Il secondo appuntamento espositivo, al Museo Novecento Lucio Fontana L’origine du monde , titolo rubato al celebre dipinto di Courbet, mette insieme una teoria di disegni e piccole sculture eloquenti sulla genesi dei concetti spaziali su cui l’artista italo-svizzero ha incentrato la sua arte. «Cercando l’assoluto — spiega il direttore del Museo Novecento, Sergio Risaliti — entrambi i nostri due artisti hanno raggiunto l’essenziale giganteggiando nel secolo scorso e fino ai nostri giorni». «Si sfiorano nella storia, si innamorano di Giotto — fa notare la curatrice Chiara Gatti, direttrice del Man di Nuoro — ed entrambi guardano nella stessa direzione: l’invisibile, il sacro, l’altrove». La Firenze dei tanti Rinascimenti è motivo di orgoglio per il sindaco Dario Nardella. Dice: «Investiamo in cultura più delle altre città — 117 euro pro capite contro le 55 di media nazionale. Ciononostante — aggiunge — manterremo inalterato il costo del biglietto d’ingresso a Palazzo Vecchio, con un supplemento di 5 euro, in caso di mostre all’interno delle sale. Vale anche per chi è in possesso della card del fiorentino».
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