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Sappiamo che la Schlein vanta parenti a Siena, anche se ne ricorda soltanto uno, ma questa sua assiduità senese credo debba essere meglio interpretata. Sappiamo perfettamente che il Pd con l’elezione della nuova segretaria sta passando un momento difficile di ridefinizione, interessante, ma dagli esiti incerti e non esenti da forti rischi. Le difficoltà nascono all’interno, con dei rappresentati del mondo cattolico che lasciano il Pd per altre organizzazioni o manifestano disagi. Non solo: altra critica proviene proprio sulla linea politica da seguire. O meglio: come conciliare la rappresentanza sociale, nel momento in cui la destra sposta l’asse dallo stato sociale a quello fiscale? Altra domanda: sono sufficienti le difese dei diritti soggettivi per contrastare le politiche della destra? C’è una evidente difficoltà all’esterno del partito nel tentativo di costruire un fronte largo di opposizione a partire dai Cinque Stelle, con la questione della guerra e dell’inceneritore che tiene lontani i due partiti (anche perché le elezioni europee sono prossime). Un bel rompicapo. Sì, ma cosa c’entrano le elezioni a Siena? C’entrano eccome! Per chi segue dall’esterno della città, il passaggio elettorale non può non vedere che il candidato del Pd senese proviene dalla Caritas. Il forcing da parte della Schlein non può non avere un ritorno di immagine per la segretaria nei confronti proprio di quel mondo cattolico che avanza dubbi sul suo operato. Fraschilla nell’articolo di Repubblica riporta una frase che ha captato nel suo tour senese: “Mi trovo benissimo da cattolica in un Pd che non parla solo ai padroni ma anche agli ultimi”. Bene, e chi potrebbe essere contro su una tale posizione? Tuttavia costruire alleanze sociali in uno stato fiscale non è cosa da poco, ma dirimente, con il Pd che non ha ancora capito dov’è il livello delle contraddizioni. Il problema, però, è che non sono tanto i diritti sociali a mettere in fibrillazione i cattolici, ma i diritti soggettivi, materia nella quale trovare un punto di sintesi è più difficile e complesso. E poi i cattolici (anche quelli senesi) non appartengono solo e soltanto a uno schieramento politico come si vorrebbe far credere. È evidente la semplificazione. I fedeli, Dio volendo, sono molto più articolati nelle loro convinzioni di quanto si possa pensare. Tanto è vero che è ormai lontana la stagione di un partito dei cattolici e di tutte quelle forme surrettizie che si vorrebbero mettere in campo: la soggettività del pensiero cattolico è libera nelle scelte politiche. Il tentativo di abbinare la pastorale che non è solo servizio, ma anche parola alla politica, in più di parte, nuoce sia alla Chiesa che alle Istituzioni (A. C. Jemolo): dispiace che non se ne sia tenuto conto al momento opportuno.