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Giulio Gori
Al Meyer si indica la strada da percorrere alla pediatria (e alla sanità) italiana. All’Health Campus dell’ospedale fiorentino, la cittadella di ricerca di via Cosimo il Vecchio, si è tenuto ieri il Child Health Summit (letteralmente «Vertice sulla salute del bambino»), un’evento nazionale che ha ottenuto la Medaglia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, organizzato dall’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi) e dal centro studi Ambrosetti.
A dirigere i lavori è stato il dg del Meyer e presidente di Aopi, Alberto Zanobini — alla fine del suo secondo mandato all’ospedale pediatrico fiorentino — che ha indicato le priorità per arrivare al pieno compimento dell’articolo 32 della Costituzione, che riconosce nella salute un diritto inalienabile: «Fare in modo che i bambini possano accedere a cure sanitarie dedicate e appropriate in relazione ai propri bisogni deve essere l’obiettivo dell’Italia». Tre le strade indicate da Zanobini: «Dobbiamo prenderci cura di chi si prende cura degli altri: è il grande lascito della pandemia». Un modo per dire che per avere un sistema sanitario efficace è necessario proteggere gli operatori sanitari, metterli nelle condizioni di lavorare al meglio. Parole scandite nel Campus del Meyer, che ha una sezione dedicata alla formazione dei sanitari, «perché non possiamo pensare che possano lavorare a ritmi forsennati senza avere il tempo di riflettere con calma sulle proprie azioni».
Secondo punto, «già prima della pandemia osservavamo un trend in aumento di disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva. Con la pandemia, non è più rinviabile l’investimento per aumentare il numero di posti letto dedicati alla neuropsichiatria infantile». Secondo i dati della Scuola Sant’Anna di Pisa, la Toscana nel 2021 ha il tasso più alto di letti di psichiatria infantile in Italia; e col nuovo reparto inaugurato al Meyer a gennaio, sono stati creati altri 4 posti. Un numero che aumenterà notevolmente dal 2024. «Nel corso della fase post pandemica, è emersa la necessità di rafforzare l’assistenza pediatrica anche in relazione agli aspetti connessi alla salute mentale», è la conferma del ministro della Salute Orazio Schillaci nel messaggio inviato ieri al summit. Terza sfida, «affrontare il tema della cronicità», quindi delle cure intermedie, cui l’ospedale fiorentino darà risposta con l’hospice Casa Marta che aprirà l’anno prossimo.
Nella giornata, c’è stata anche la lectio magistralis di Michael Marmot, professore di Epidemiologia della University College di Londra. Che invece, ha indicato in negativo gli esempi da non seguire, mostrando come dal 2010 nel Regno Unito l’aspettativa di vita della popolazione ha rallentato la sua crescita con l’inzio di una politica di austerity, che ha tagliato risorse alla sanità e non solo. «Se l’obesità incide maggiormente sui bambini delle fasce più indigenti, è ad esempio anche perché acquistare cibo sano, per una famiglia povera, costerebbe il 50% del reddito». Del resto, ha spiegato Marmot, in Italia, dove abbiamo quasi il 25% di poveri, i costi energetici incidono per il 13,4% del reddito sulle famiglie indigenti e solo per il 7,2% della parte ricca del Paese. Così, in Italia — e il dato ricalca quello inglese o statunitense — servono in media 5 generazioni per passare dalla poverta alla classe media, contro le 2 della Danimarca. «L’austerità è una scelta politica, non una necessità economica».
Al summit c’erano tutti i dg degli ospedali pediatrici italiani, rappresentanti di Unicef e Oxfam, il dg del ministero della Salute Giuseppe Ippolito, i vertici del sindacato Fimp e della Società Italiana di Pediatria, Milena Vaineri della Scuola Sant’Anna, il dg della Fondazione Monasterio Marco Torre, la dg di Ispro Katia Belvedere, l’assessora al Welfare del Comune Sara Funaro, la prorettrice dell’Università di Firenze Ersilia Menesini e il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Enrico Sostegni.
Nessun rappresentante, invece, della giunta regionale, malgrado il governatore Eugenio Giani fosse annunciato come primo relatore della giornata. Un’assenza pesante, forse legata al fatto che Giani ha scelto di non rinnovare a Zanobini, alla sua ultima grande uscita pubblica, il mandato che scade il 31 agosto (e sarebbe rinnovabile per due anni). Mentre ha scelto come suo successore l’attuale dg dell’Asl Centro, Paolo Morello. Proprio Morello, che lo scorso anno aveva ottenuto la proroga biennale all’Asl (dove sarà sostituito dal suo braccio destro Valerio Mari), sarà nominato fino al 2025 quando poi dovrà andare in pensione. La designazione di Morello, condivisa ma non proposta dall’Università di Firenze, dovrà tuttavia passare dal parere obbligatorio del ministro Schillaci, visto che il Meyer è un Ircss, un istituto nazionale a carattere scientifico. Ma quando nei mesi scorsi il nome di Morello cominciò ad essere ventilato, il centrodestra toscano non fece mancare le proprie obiezioni. E ora tra Firenze e Roma potrebbe cominciare una nuova complicata partita.
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