Caro Direttore, Meloni mi accusa di fare propaganda, ma il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti. Capisco che sia nervosa oggi che Le Pen la silura da Pontida e deve applaudirsi da sola per non aver ottenuto nulla di nuovo rispetto alle politiche europee degli ultimi dieci anni, tutte focalizzate sul controllo delle frontiere e senza l’unica cosa che servirebbe all’Italia: la redistribuzione obbligatoria delle responsabilità sull’accoglienza dignitosa tra tutti i Paesi europei.
Battaglia che noi abbiamo fatto e che la destra non ha mai avuto il coraggio di fare per non disturbare i proprio alleati nazionalisti, quelli che di solidarietà all’Italia non ne vogliono sapere. Allora si inventano di poter sigillare il mare, e si rendono ricattabili da regimi non democratici che chiedono soldi, violano i diritti e comunque non fermano i flussi. Oggi insistono per reintrodurre una missione europea, su modello dell’Operazione Sophia già bloccata anni fa da Salvini: è bene chiarirgli che serve una Mare Nostrum europea per salvare le vite in pericolo, ma nessuna nave può fare respingimenti collettivi contro il diritto internazionale. È solo demagogia.
La destra ha messo la firma su tutte le pessime leggi sull’immigrazione che creano irregolarità e rendono impossibile la gestione dell’accoglienza in Italia.
Erano al governo quando è stato approvato il Regolamento di Dublino, che da vent’anni blocca centinaia di migliaia di richiedenti asilo nel primo Paese d’approdo, spesso l’Italia. La legge Bossi-Fini da vent’anni permette l’ingresso legale praticamente solo se un datore di lavoro ti chiama nel suo Paesesenza conoscerti e ti offre un lavoro.
Invece servono vie legali e sicure per l’accesso a tutti i Paesi europei, come unico modo di scalzare le reti dei trafficanti di esseri umani verso l’Italia, la Grecia, la Spagna e pochi altri Paesi. Il Governo ignora il prezioso richiamo del Presidente Mattarella sull’apertura dei canali regolari di ingresso.
I decreti Salvini prima e Meloni poi, oltre a rendere più difficile salvare vite in mare proprio ora che la Guardia Costiera chiede aiuto alle ONG per i salvataggi, smantella l’accoglienza diffusa che è l’unica che garantisce piccole soluzioni abitative diffuse sui territori, coinvolgimento dei sindaci e delle comunità locali, servizi per l’inclusione sociale, trasparenza sui fondi, regolari appalti anziché affidamenti diretti. La responsabilità sulla prima accoglienza è del governo, non dei Comuni su cui Giorgia Meloni scarica le sue responsabilità. Devono mettere le risorse e le strutture adeguate a disposizione, con una regia nazionale sull’accoglienza diffusa e coinvolgendo i sindaci. Anche il limite massimo consentito di trattenimento dei migranti fino a 18 mesi non è una novità, è una scelta odiosa sul piano della restrizione della libertà personale e delle condizioni di vita, ma era già così in passato e peraltro questo non ha minimamente inciso sul numero di rimpatri. Tutta demagogia e nessuna risposta reale.