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19 Ottobre 2023IL COMMIATO DEL GOVERNATORE DI BANKITALIA AL COMITATO ESECUTIVO DELL’ABI
Il bilancio tracciato di 12 anni passati a via Nazionale In Europa la gestione delle crisi bancarie ancora «molto complicata». Ma in Italia la “colpa” fu della caduta del Pil, non della vigilanza
Roma
Dodici anni di mandato “non noiosi” dove è stata «la doppia crisi» economica ad aver gonfiato i crediti deteriorati delle banche senza però mettere a rischio «la stabilità del sistema» e trascinare nel baratro il Paese e l’Europa.
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha preso congedo ieri dai banchieri alla fine dei suoi due mandati partecipando al comitato esecutivo dell’Abi, dove ha raccontato il suo punto di vista di questi anni e rassicurato sul prossimo passaggio di consegne con Fabio Panetta, il 1° novembre. «Avrete un nuovo governatore, abbiamo caratteri diversi, scuole diverse, ma dentro il nostro istituto, specie se si entra giovani, ci si forma in un modo di essere che credo abbia un valore in sé», ha scandito parlando del successore. Il risultato di aver evitato una crisi bancaria sistemica è stato raggiunto, ha ricordato Visco, malgrado in Europa la gestione delle crisi bancarie sia ancora «molto complicata» per la mancanza di regole simili a quelle rapide di cui dispongono gli Usa; e anzi abbia per anni ostacolato, quale
aiuto di Stato, la soluzione all’italiana del Fondo interbancario, all’opera nel caso Tercas e che poi è stato usato più volte per salvare gli istituti senza costi per lo Stato.
Nella sala della Minerva di palazzo Altieri, sede dell’Abi, a fare gli onori di casa c’erano il presidente Antonio Patuelli e il dg Giovanni Sabatini assieme ai principali banchieri: il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, quello di Unicredit Pier Carlo Padoan (che da ministro del Tesoro lavorò con Visco), di Mps Nicola Maione, di Federcasse, Augusto dell’Erba, e i vertici di Bnl, Claudia Cattani ed Elena Goitini.
Visco non ha tracciato un bilancio, ma tuttavia ha puntualizzato alcuni aspetti di questi anni dell’operato di Via Nazionale: in primis l’impegno della vigilanza e degli ispettori della Banca d’Italia, anche sull’annoso caso Mps su cui «si dovrà fare una riflessione» un giorno, ha annotato. Per il governatore la causa dell’esplosione dei crediti deteriorati e delle crisi bancarie fu la conseguenza della caduta del Pil che l’Italia conobbe in quegli anni. Non fu quindi una mancata vigilanza, tesi portata avanti anche con attacchi personali negli scorsi anni da diverse forze politiche e che culminò nella creazione della commissione parlamentare d’inchiesta, che tuttavia non poté andare oltre a una generale reprimenda. Certo ci furono casi di errori dei vertici o peggio di mala gestio, ha riconosciuto il governatore: ma il motore fu appunto la crisi economica, una volta terminata (e con l’impegno delle banche e misure ad hoc) i livelli di Npl sono rientrati agli attuali livelli normali. Ha poi ricordato che, quando esplose il comparto bancario spagnolo (salvato dallo Stato) a fine 2012, convocò le grandi banche spronandole a far emergere subito le sofferenze per evitare sorprese proprio come in Spagna; richiesta che gli provocò
anche critiche.
Netta è stata la difesa dell’operato della Bce nella crescita dei tassi, rimandando al mittente le critiche su un’azione dapprima troppo tardiva e poi rapida nel proporre aumenti a raffica degli interessi, davanti a choc improvvisi e imprevisti come l’invasione dell’Ucraina e il balzo dei prezzi dell’energia. In ogni caso occorre «cautela e prudenza», ha ammonito il governatore, reduce dai lavori dell’assemblea annuale dell’Fmi a Marrakesh, dove si è discusso a lungo della situazione economica globale. E qui Visco ha lanciato un avvertimento: «Vedo un futuro non facile per il nostro Paese e gli altri dell’Unione Europa e il nostro mondo dei Paesi industrializzati. Viviamo un momento difficilissimo, tragico, con rischi straordinari davanti». Al momento del congedo (anche se quello vero sarà alla Giornata del risparmio dell’Acri, il 31 ottobre) Patuelli ha regalato al governatore la raccolta delle “Prediche inutili” di Luigi Einaudi. Volume comprato al negozio di libri usati per rispettare il rigido codice etico della Bce che vieta i doni sopra i 50 euro.