ROMA — La manovra del governo Meloni non spinge la crescita. Lo dice il Fondo monetario internazionale, confermando la previsione di un Pil allo 0,7% appena, contro l’1,2% di Palazzo Chigi, per il prossimo anno. L’Italia dovrebbe «aumentare la produttività» e «lavorare duro per spendere bene i fondi del Pnrr», suggeriscono da Washington. Per ora non avviene.
Se ne sono accorti anche i sindacati, pronti a scendere in piazza. Cgil e Uil con cinque scioperi di otto ore sui territori, dal 17 novembre all’1 dicembre, «contro la manovra». La Cisl con una manifestazione nazionale a Roma il 25 novembre «per migliorare la manovra». Scontenti, ma divisi. Le critiche dell’Fmi descrivono un’Italia rinunciataria. Dovrebbe essere «più ambiziosa» e «pensare a riforme di bilancio strutturali e favorevoli alla crescita» che però «non sono previste» in manovra. Di qui l’esortazione a «usare bene » i fondi del Pnrr, benché «le difficoltà di attuazione del Piano siano comuni «a molti Paesi», concede Alfred Kammer, il direttore del dipartimento europeo dell’Fmi.
Il contesto globale e continentale non è dei migliori, ma il Fondo esclude, quasi per tutti, una recessione. E vede l’Eurozona solo «in frenata», dopo pandemia e shock energetico, in crescita dell’1,3% quest’anno dal 2,7% del 2022. «Un atterraggio morbido».
L’inflazione «finalmente in rallentamento » dovrebbe far respirare le famiglie e spingere i consumi, con un primo recupero di potere d’acquisto. Il rialzo dei tassi a opera della Banca centrale europea si avvia «alla fine», ma il costodel denaro che impatta su prestiti e mutui resterà «elevato» ancora per qualche tempo.
In questo contesto «la questione chiave» per l’Italia, continua a sottolineare il Fondo monetario, è «aumentare la produttività». Anche per non rimanere indietro rispetto a Francia e Germania che il prossimo anno cresceranno più di noi, all’1,3% e allo 0,9%.
Neanche ai sindacati piace molto la seconda manovra del governo Meloni. Ma per il terzo anno di fila esprimeranno il malcontento da separati. Cinque giornate con scioperi di 8 ore per Cgil e Uil. Solo una manifestazione per la Cisl.
Si parte il 17 novembre con losciopero nelle regioni del Centro e il contestuale stop nazionale dei trasporti e del pubblico impiego. Alla manifestazione a Roma in piazza del Popolo interverranno i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Il 20 novembre tocca alla Sicilia. Il 24 novembre alle regioni del Nord. Il 27 novembre alla Sardegna. E il primo dicembre alle regioni del Sud.
In tutto, ci saranno 58 manifestazioni con lo slogan “Adesso basta” su lavoro, fisco e previdenza. «La nostra è una protesta che non finisce con la legge di Bilancio, ci sono temi che rimangono», spiegano Landini e Bombardieri. «Come il rinnovo dei contratti, la riforma fiscale, il mercato del lavoro e la precarietà, le pensioni».
La manifestazione nazionale della Cisl, guidata da Luigi Sbarra, sarà in piazza Santi Apostoli a Roma sabato 25 novembre. Lo slogan: «Partecipare per crescere: migliorare la manovra, costruire un nuovo Patto sociale». Obiettivo: «Avere maggiori risposte in manovra, a partire dalle pensioni».