Un cambio di scenario
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14 Giugno 2022Riconoscimenti Dai piccoli palcoscenici alla vetta delle scene mondiali: lo scrittore e drammaturgo fiorentino trionfa ai Tony Awards con la sua «Lehman Trilogy». «Un’esperienza senza precedenti»
di Lorella Romagnoli
Era da tempo un successo internazionale (debuttò nel 2015 al Piccolo di Milano, ultimo progetto di Luca Ronconi). Adesso la consacrazione: Lehman Trilogy dello scrittore e drammaturgo fiorentino Stefano Massini, classe 1975, ha trionfato ai Tony Awards, gli Oscar del teatro e del musical di Broadway: non solo migliore opera teatrale, ma anche miglior attore protagonista Simon Russell Beale; miglior regia, Sam Mendes; miglior set design Es Devlin; miglior lighting design Jon Clark. Cinque premi su otto nomination. «Dopo due anni di pandemia, essere qua a New York per ricevere il Tony Award, in una serata leggendaria al Radio City Music Hall è un’esperienza senza precedenti: la prima volta che un drammaturgo italiano vince il Tony Award — ha detto emozionatissimo — E che tutto questo accada con Lehman è per me meraviglioso. È un testo che mi rappresenta tantissimo, rappresenta la mia storia, la mia idea di teatro. Una cavalcata di 160 anni di storia, dell’economia. Questa serata è leggendaria perché rappresenta anche la conferma che il teatro può occuparsi di grandi cose, non deve soltanto muoversi su piccole storie. Anche le grandi storie hanno diritto di salire sul palcoscenico». L’opera diventerà presto una serie tv per il mercato internazionale prodotta da Domenico Procacci per Fandango.
Tutti applaudono, tutti si complimentano. Anche la sua Firenze, che prima o poi dovrà farsi perdonare per non averlo coinvolto nelle programmazioni dei principali palcoscenici della città. La prima volta è stata nell’ottobre scorso alla Pergola con il monologo Storie . «Si sono accorti che ero fiorentino solo quando me ne sono andato al Piccolo di Milano», raccontò in una nostra intervista alla vigilia del debutto della Lehman Trilogy al Nederlander Theatre di New York con questa saga su ascesa e caduta della famiglia un tempo colosso di Wall Street fino al crollo che nel 2008 ha trascinato nel baratro l’economia globale con conseguenze che ancora oggi ci portiamo dietro.
«Non c’è nulla da ricucire con Firenze — disse con la sua consueta eleganza — Non sarei mai potuto restare chiuso nella mia città dovevo uscire, viaggiare. Non è un caso se i primi importanti riconoscimenti li ho avuti in Francia».
Le ossa se le è fatte con il suo maestro Luca Ronconi: il primo incontro quando aveva ventiquattro anni. Durante il servizio civile arrivò al Maggio offrendosi come assistente volontario alla regia ed ebbe modo di assistere alle prove dell’ Incoronazione di Poppea ; la passione per questo mondo si faceva sentire forte e iniziò in piccole compagnie e in piccoli palcoscenici come quello del Boschetto. Comincia a scrivere per il teatro quando nel 2000 al Piccolo diventa assistente ospite di Ronconi, dove poi tornerà nel 2015 come consulente artistico fino al 2020. Ma le ossa se le è fatte anche al Teatro delle Donne di Calenzano, dove è stato autore e regista residente dal 2002 al 2015. Nel mezzo, nel 2005, la vittoria del Premio Tondelli, massimo riconoscimento per la drammaturgia in Italia, con L’odore assordante del bianc o e da quel momento l’irresistibile ascesa di un autore tra i più amati, premiati, tradotti e rappresentati al mondo. Ricordiamo, in particolare, un suo lavoro, presentato per la prima volta nel 2007 a Calenzano: Donna non rieducabile. Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca all’ingresso di casa per aver fatto il suo mestiere di giornalista, per le inchieste sugli orrori della guerra in Cecenia e le critiche a Putin. A pochi mesi dalla morte di una donna che scelse di non tacere e di resistere, lo spettacolo diventò un caso e oggi, soprattutto oggi, parla forte. Racchiude i cardini del lavoro di Massini: l’impegno e la passione civile, l’attenzione costante nei confronti dei deboli, la ricerca di storie, piccole o grandi che siano, magari inghiottite dal tempo, l’idea che davanti alle ingiustizie non si deve tacere. Un impegno civile potente, su un palcoscenico, in tv (i suoi monologhi nella trasmissione di Corrado Formigli lo hanno fatto conoscere al grande pubblico), con gli operai della Gkn che da un giorno all’altro si sono ritrovati in mezzo a una strada. Un impegno che smuove emozioni, ora commuove, ora suscita rabbia e alimenta domande sul nostro futuro. Torniamo allora alla saga dei fratelli Lehman, al sogno americano che può condurre alle vette del tutto, ma quel tutto può diventare il nulla, violento e rapido come un fulmine. La caduta degli uomini. Ieri, oggi, domani.
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