Démocraties de guerre
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6 Marzo 2024
Chi sono i recalcitranti? Sono i tanti che in Francia erano contrari alle riforme, specialmente in ambito liturgico, proposte dal concilio Vaticano II. E sono i tanti che si sono lasciati strumentalizzare dalle ambizioni di mons. Lefebvre. E la Chiesa, già attraversata dalla spaccatura nata a partire dalla guerra d’Algeria, una volta chiusi i riflettori sul Concilio non riuscì a mostrarsi convincente sulle riforme che erano state proposte.
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«Le difficoltà della Conferenza episcopale a governare le prime critiche dei cattolici alla riforma liturgica e la loro strumentalizzazione da parte integrista – scrive Paiano – sono collocate dall’autore in un più largo contesto di crisi del cattolicesimo francese, che proprio negli anni del Concilio vedeva un calo delle vocazioni religiose nonché l’accrescersi delle tensioni interne provocate, sul fronte opposto, dalle posizioni del progressismo cattolico sulla scuola confessionale, sul dialogo tra cattolici e comunisti e sui termini e i limiti dell’autonomia dei movimenti laici sul piano temporale».
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In definitiva l’episcopato francese non è riuscito a «stabilire un rapporto costruttivo con i militanti cattolici, soprattutto con i più giovani. Nella lettura dell’autore, i suoi tentativi di comprensione delle trasformazioni in corso furono vanificati dalla minimizzazione dei problemi nell’interpretazione dei risultati delle indagini promosse allo scopo» (che parlavano di una contrarietà dei fedeli alle riforme liturgiche dell’ordine del 25-30%), «indebolendo l’efficacia delle risposte pastorali».
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Una lezione da tenere a mente da qualsiasi parte venga la riforma o contro-riforma che dir si voglia…
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