L’EQUILIBRIO DIFFICILE TRA LA GIUSTIZIA E UNA POLITICA IMPOTENTE
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diMichele Bocci
La riforma del 118 è pronta. L’assessorato alla Salute la presenterà il 29 giugno al gruppo del Pd in consiglio regionale, segno che il testo è definitivo ed è pronto ad essere approvato. Prima, appunto, ci sono alcuni passaggi politici e istituzionali da fare.
Il documento prende spunto da quelli che lo hanno preceduto negli anni, visto che è almeno dal 2017 si parla di una risistemazione dell’emergenza. Il senso della riforma è quello di ridurre al minimo le ambulanze medicalizzate ed aumentare le automediche. Inoltre i punti da cui partiranno i camici bianchi saranno una ventina in meno di quelli attuali, cioè alla fine 60. Allo stesso tempo però, contando anche ambulanze con l’infermiere o con i volontari, il numero dei mezzi in circolazione crescerà, quindi il sistema sarà un po’ più capillare.
Nello specifico, le automediche saranno 51 (cioè 5 più di adesso) e le ambulanze medicalizzate 9 ( 25 in meno di adesso). Verrà inoltre incrementato il numero delle ambulanze con l’infermiere a bordo, che passeranno da da 37 a 62 (cioè saranno 25 in più). I mezzi con soli volontari sarannoin tutto 176, cioè 3 in più di quelli attuali.
L’assessorato guidato da Simone Bezzini non dà indicazioni alle aziende sanitarie, che gestiscono le centrali del 118, su dove sostituire le ambulanze con il medico con quelle infermieristiche. Dice solo qual è l’obiettivo da raggiungere. Spetterà alle direzioni generali riorganizzare rispettando i parametri indicati. Quello principale si rifà alla legge del 2015 che prevede un mezzo ogni 60 mila abitanti, per una superficie non superiore di 350 chilometri quadrati. In Toscana il risultato è appunto 60 ambulanze o automediche.
Si conta di partire due mesi dopo l’approvazione della delibera che avvierà la novità e di procedere per un anno in via sperimentale, controllando ogni sei mesi come va il sistema.
Ma nel documento si parla anche di interventi per rinforzare lecentrali di 118 e di formazione, di integrazione con i presidi sanitari, in particolare i pronto soccorso, dove possono dare una mano i medici degli equipaggi che partono dagli ospedali (cosa già avvenuta in alcune zone della Toscana). In più c’è l’ipotesi di portare avanti la sperimentazione del cosiddetto “ autista soccorritore”. Oggi sull’automedica salgono in due, l’infermiere che guida e il medico. Se al volante va invece un autista del volontariato, si possono fare più servizi. Se ad esempio la macchina si incontra su un incidente con l’ambulanza e si vede che la persona ferita ha bisogno dell’assistenza dell’infermiere fino all’ospedale, l’automedica viene liberata e, con il dottore a bordo, può fare un altro intervento.
Questo e altro verrà presentato mercoledì prossimo ai consiglieri regionali del Pd. Salvo sorprese, il piano verrà accolto positivamente. Del resto nella risoluzione approvata di recente dal consiglio, in chiusura degli Stati generali della salute, si parlava ancheanche della necessità di riformare il 118. A scriverla ha contribuito il gruppo del Pd, che con Enrico Sostegni guida la commissione sanità.